Visitare Corfù Se ti dicono di Kérkira si tratta sempre di Corfù. E se ti parlano di castel Sant'Angelo potrebbe essere che non sei a Roma, ma nell'isola graca, una volta dominio di Venezia. E di ciò si leggono i segni un po' dappertutto in questa città. Perché il nome dell'isola è anche quello del maggior centro abitato: 36000 abitanti, un terzo del totale. Il mare. E' una passione non solo per chi ama navigare, la barca, i pesci, il profumo delle onde e dell'acqua. Oltre al sole e allo specchio che emana raggi ancora più caldi. Esso rappresenta anche il mezzo per sfuggire a qualcosa o a qualcuno. E l'isola è anche il più bel posto dove rintanarti, se vuoi riposare oppure non farti soltanto trovare. Evadere. Oh, benedetto Iddio! Così pensi quando ti sdrai sulla zona marina e ti gusti il tramonto del giorno in cui sei appena arrivato, e senti un odore di pane greco, di pizza italiana e di frittura fresca. Che fame ti viene di colpo! Che quasi stai per abbandonare la poltroncina reclinata che hai avuto in comodato d'uso gratuito, data la gentilezza della popolazione, e ti porti lentamente, mezzo assonnato che la nave è stata anche faticosa da soppportare, di notte, sul luogo degli aromi vari. Perché qui tutto è da assaporare, come la vita che stai in quel momento trascorrendo. Magari pensi alla tua origine, all'Italia, al tuo paese che potrebbe essere Montepulciano, oppure un piccolo borgo delle montagne della Calabria, dove ancora hai cugina, zii, e parenti tutti. E ti bei. Che cosa le porto. Un cameriere con i baffi, in tutti in sensi ti si avvicina per farti ordinare. E parla italiano, meno male. Calamari, anelli di totano, poi insalata fredda, ben condita con il vostro olio che è famoso nel mondo, quindi... Quello è scappato in cucina, senti rumori di piatti, parole incomtrensibili, deve essere la moglie, perché pare anche che litigano un po'. Ma solo due minuti. Torna con una scodella di creta, ti viene da ridere, associ l'altra isolo, zeppa di pesce di ogni forma e dimensione. Una mezza balena che non si capisce come sia cotta. O se cruda, data la lunghezza e il peso. Poi due risate. Sono sufficienti per fare amicizia. Gente di isola lontana, o vicina, che qui siamo quasi fratelli. E come, non ti viene in mente che potresti lavorare presso il tizio? E così sarà. Proprio come la storia che avevi sulla lingua. E passano i giorni, i mesi e forse gli anni. Non sei sicuro che tutto diventa terribilmente stretto rispetto all'immensità del mare e del tempo. Fuori di qui. Dove hai anche modo di mostrati coraggioso e di trovare una mezza moglie dotata di prole. Magica bambina che ti piace come fosse tua vera figlia, oppure lo è davvero. Che l'hai salvata dal mare nero. Bellissima vacanza, perciò decidi di tornartene a casa, un bel giorno. Contento di essere in tre da uno che eri partito. Mi pare di averla già sentita questa storia qua. E vai alla ricerca di una libreria italiana. Prima dell'imbarco. Deve essere questo libro, signore: Un software per il Paradiso. Credo di sì, non sei del tutto sicuro, ma tanto, diciotto euro si possono spendere. Lo leggerò durante il tragitto in acqua. Ne abbiamo anche un altro, quasi uguale. Datemelo, per favore, e leggi se non sia effettivamente una copia. Ma no, cambia qualcosa: Un software per salire al Paradiso. Papà! Qualcuno ti chiama, è ora. Il mare adesso è calmo e il sole piatto. Colori che ti ricordano le pareti delle case della tua Montepulciano. E questa dovrebbe essere una forma di felicità. Credo. Torna al sommario di una gita a... |
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