Ricordi di CLUSONE Clusone, in provincia di Bergamo, lungo la Valle Seriana (che prende il nome del fiume Serio che l'attraversa e che è anche chiamata la "valle d'oro" per la ricchezza economica della zona) è una cittadina di poco oltre diecimila abitanti. Almeno questi erano i dati verso la fine del secolo ventesimo. Posizionata lungo le pendici delle prealpi orobiche mi si mostrò come una città molto più grande quando vi giunsi per la prima volta. Le strade d'accesso molto larghe e dritte, le case nuove della zona esterna, la cura e la pulizia del suo territorio, il traffico umano e veicolare davano l'impressione di trovarsi in un luogo ben più grande. Ci sarei tornato molto spesso ed anzi, verso la fine della mia permanenza nella bergamasca, ci vissi per un anno scolastico. Il centro storico è una meraviglia dell'urbanistica medioevale. Le strade tortuose, anche strette che si snodano salendo sulle pendici di un colle, sono ricche di negozi, di luci e di colori, impreziosite da edifici di valore architettonico e dalle forme antiche: valga per tutti la "Torre dell'orologio" dove ancora, dopo secoli, funziona un grande orologio, gioiello della meccanica e dell'ingegneria ideato da Cosimo Fanzago. Ma le bellezze di Clusone sono anche oltre: nei suoi paesaggi naturali, nelle montagne che la sovrastano da un lato, nel vasto panorama che si espande verso il lato del lago d'Iseo, verso Lovere, altra perla della provincia di Bergamo, nelle tradizioni che sono vive e meravigliose, nella capacità organizzativa dei suoi abitanti. La laboriosità è una caratteristica della zona, ma qui si sente molto palpabile: come posso dimenticare un negozio ampio come un pianerottolo, dove la gente comprava patatine fritte e pizze dalla strada (dentro non si poteva entrare, non c'era neanche la porta il cui vano fungeva da bancone di vendita e da vetrina). Mi pare che non funzionava tutti i giorni, proprio per sfruttare al meglio anche il tempo libero dei tanti giovani e bambini che nel fine settimana affollavano le strade, specie verso il tramonto. Pareva un angolo della vecchia Napoli ed invece si era nel più profondo Nord: chi ha voglia di lavorare sa ingegnarsi dovunque. La ricchezza della zona è palpabile nei particolari delle case e delle strade, negli arredi urbani e nei materiali usati per le costruzioni: il legno ovunque, ma sempre ben tenuto, adeguatamente verniciato e quasi sempre scuro, i tetti sporgenti e molto inclinati. Quassù, anche se il livello dal mare non appare eccessivo, bisogna considerare che si è più vicini al polo nord e, quindi l'inverno è ben più freddo dei paesi posti alla stessa altitudine del sud Italia. D'estate non restavo a Clusone, ma so che venivano organizzate serate Jazz famose di livello nazionale: sono certo che sarebbe stato bello assistervi perchè tutto, in questo posto, mi è sempre parso splendido, come in un sogno. Dal mio paese, 21-02-2006 Raffaele Torna al sommario di una gita a... |
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