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Fresca rosa novella
 
Si avvertono gli studi di filosofia del Cavalcanti in questo componimento dai versi brevi e che, pare, si rincorrano l'un l'altro. Una ballata non del valore di Perch'i' no spero, ma ben congegnata artisticamente nella sua rapidità espressiva.
 
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 Fresca rosa novella 

Fresca rosa novella, 
piacente primavera, 
per prata e per rivera 
gaiamente cantando, 
vostro fin presio mando - a la verdura. 
Lo vostro presio fino 
in gio' si rinovelli 
da grandi e da zitelli 
per ciascuno camino; 
e cantin[n]e gli auselli 
ciascuno in suo latino 
da sera e da matino 
su li verdi arbuscelli. 
Tutto lo mondo canti, 
po' che lo tempo vene, 
sì come si convene, 
vostr' altezza presiata: 
ché siete angelicata--cnatura. 
Angelica sembranza 
in voi, donna, riposa: 
Dio, quanto aventurosa 
fue la mia disianza! 
Vostra cera gioiosa, 
poi che passa e avanza 
natura e costumanza, 
ben è mirabil cosa. 
Fra lor le donne dea 
vi chiaman, come sete; 
tanto adorna parete, 
ch'eo non saccio contare; 
e chi poria pensare - oltra natura? 
Oltra natura umana 
vostra fina piasenza 
fece Dio, per essenza 
che voi foste sovrana: 
per che vostra parvenza 
ver' me non sia luntana; 
or non mi sia villana 
la dolce provedenza! 
E se vi pare oltraggio 
ch' ad amarvi sia dato, 
non sia da voi blasmato: 
ché solo Amor mi sforza, 
contra cui non val forza - né misura. 

(Guido Cavalcanti 13°-14° secolo)