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Scrivere: sotto (ma dove?)


Avverbi
Un bravo scrittore fa un uso preciso degli avverbi. Sono questi ultimi che arricchiscono la frase e il concetto, oltre che determinarlo e chiarirlo nel contesto. Ciò significa che sono da escludere gli equivoci e, meno che mai, anche i riferimenti ai modi di dire della lingua parlata. Spesso, difatti, succede che ci si fidi troppo della scioltezza corrente di un linguaggio, senza accorgersi che chi legge non si trova nelle stesse condizioni di cultura e di pensiero rispetto a chi scrive. Dunque, molte sono le imperfezioni che, specie in alcuni tipi di manoscritti, per esempio nei gialli, generano confusione e allontanano il lettore dal libro. Perchè, allora, rischiare di perdere un possibile ammiratore?
Vediamo alcuni esempi ricorrenti.

A che cosa ci si riferisce?
Il seguente periodo si presta a interpretazioni che non dovrebbero esserci:

"Quando Gelsomino tornò dagli scavi archeologici, raccontò come avessero trovato dei monili riccamente lavorati sotto la muraglia sannitica di quelle montagne."

Dov'è l'equivoco? Il riferimento. Ossia l'avverbio sottoa quale luogo specifico si riferisce? Se al si sotto delle mura, nel senso perpendicolare alla muraglia, oppure ai piedi di quelle pietre, in basso ma di fianco?
Per evitare questa imprecisione, che riveste un carattare piuttosto importante nel caso specifico, serve una diversa composizione del periodo, come il seguente:
"Quando Gelsomino tornò dagli scavi archeologici, raccontò come avessero trovato dei monili riccamente lavorati dissotterrandoli in aderenza alla muraglia sannitica di quelle nontagne."
Oppure scrivere come in quest'altro caso:
"Quando Gelsomino tornò dagli scavi archeologici, raccontò come avessero trovato dei monili riccamente lavorati asportando delicatamente il terreno  sotto alcuni massi della muraglia sannitica di quelle nontagne."

Come si può notare, basta inserire poche parole per precisare l'avverbio, oppure renderlo più puntuale nell'insieme della frase. L'importante è comunicare i concetti senza possibilità di errore. In effetti, se è vero che si deve ricorrere alla rapidità espressiva, eliminando il superfluo, non sono da sottrarre elementi lessicali con utilità necessaria. Questa deve essere una regola da rispettare sempre.

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