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Scrivere: si e sì, quando l'accento


Si oppure sì
Capita molto spesso, troppo, che durante il nostro lavoro di editing ci troviamo di fronte a un si privo di accento, quando voglia significare affermazione. Se è vero che la fretta possa far commettere errori veniali, succede pure che lo stesso sbaglio sia ripetuto in tutto il manoscritto, a dimostrare che ci possa essere una incomprensione della differenza fra i due modi di scrivere il si.
Senza accento, esso acquisisce il significato di pronome riflessivo. Da usare con i verbi di tal genere. Per esempio:
 
"Si tolse la giacca e l'appese di fianco all'ingresso."

Diverso è quando occorre rispondere a una domanda:

"- Vuoi venire con noi, in gita, domenica?
- , mi farebbe molto piacere."

Nessuno pensi che basta il contesto a capire di che si tratta, perché esistono le regole e non sempre è possibile interpretare la frase nel modo giusto.
  1. "Era capace di proseguire senza chiedere aiuto a nessuno? Si... fece spazio allargando le braccia, Antonio, fra la folla."
  2. "Era capace di proseguire senza chiedere aiuto a nessuno? Sì... fece spazio allargando le braccia, Antonio, fra la folla."
Come distinguere questo esempio in un testo di narrativa? Appare chiaro che non occorre l'accento nel primo caso di pronome riflessivo, mentre è necessario nel secondo di particella affermativa. E' l'unico modo per eliminare ogni dubbio e scrivere correttamente l'italiano. Perlomeno esprimersi, da parte dell'autore, secondo ciò che si ha in mente.
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