La trama
La trama di questo romanzo è semplicissima. Si tratta di un assassinio avvenuto in via Merulana, a Roma, al numero civico 219 e dell'indagine che porta avanti il commissario Ingravallo, il quale cerca di scoprire l'autore del misfatto.
Il libro è incantevole per come si procede, per le descrizioni dei personaggi e per i dialoghi fra essi, sempre o quasi sempre, in dialetto romanesco. Il commissario si esprime in molisano mentre il capo commissario in napoletano. Ma tutti mescolano parole anche in italiano e altre inventate di sana pianta, oppure rimodulate da Gadda con una fantasia senza eguali. Forme espressive molto più efficaci della lingua madre.
E passano così i pochi giorni dell'indagine senza che si avverta alcuna lentezza delle operazioni, quasi che il tempo si dilatasse e accogliesse tante azioni e situazioni da riempire ogni secondo dello stesso, ogni momento. Il tutto è dovuto allo stile molto innovativo, ricco di espressioni di vario genere, persino rumori di sedie che cigolano, frenate, ruote di biciclette, galline che evacuano o che emettono versi comici. Poi persone che diventano cretine come i cani che non capiscono ciò che sta accadendo, i tanti culi che si accomodano, che cercano di strappare i pantaloni i quali appaiono come mappamondi e attirano le attenzioni quando sono di belle donne.
Tutto è un modo per comporre uno spettacolo della vita, proprio ciò che sembra il libro di Gadda: una scena che si sovrappone alla trama facendola diventare quasi inutile, tanto che il racconto non finisce, ossia l'assassino con si sa chi sia. La pagina finale sembra quasi che voglia far intendere come ci sarebbe una continuazione, una successiva puntata, un altro libro. Non bisogna dimenticare, a tale proposito, che il testo apparve proprio a puntate su "Letteratura" negli anni 1946-47.
Se la trama non è così importante, allora il libro deve essere letto e goduto per altro: il linguaggio e la forma. Una ipotesi di scrittura che deve essere studiata per indagare su come ci esprimiamo per farci intendere e su che cosa sia le vera comunicazione verbale, dove essa ci potrebbe portare se non è precisa e definitiva. Perciò altre strade che abbiano una migliore possibilità di parlare. Aldilà delle ridicolaggini di tante regole e pignolerie accademiche. Libertà anche in questo: costruire un modo di esprimersi che arrivi più rapidamente, come il dialetto, alla mente e al cuore del lettore.
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