Puntini di sospensione
Molti scrittori, capita soprattutto agli esordienti, usano spesso i
puntini sospensivi nei loro scritti. Prima di tutto occorre dire che
non devono mai essere più di tre, l'uno accanto all'altro,
come qui...
e appena di seguito alla parola, senza stacco con uno spazio da essa. Ma
bisogna, poi, fare una po' di chiarezza sul loro significato.
I tre puntini nel dialogo
In un dialogo può servire adoperare i puntini suddetti per significare
qualche pensiero non ancora espresso, una pausa per riflettere, un
suggerimento verso chi ascolta, oppure una titubanza, un senso di
vergogna e altre situazioni simili, come in questo esempio:
- "Volevo farti sapere che... non so come devo cominciare, scusami, ma ho la sensazione di turbarti con ciò che sto per dire..."
Da
ciò si deduce che la sospensione della parola o della frase possa
essere molto espressiva e faccia partecipare il lettore alla
conversazione, al momento particolare dentro il racconto. Insomma,
anche se non è giusto abusarne per non cadere nella trappola opposta,
di un autore che non abbia argomenti o facilità di linguaggio, i
puntini sospensivi hanno un preciso significato. La tecnica, in
questo caso, è di aiuto alla tensione emotiva del periodo.
Le sospensioni nelle descrizioniViceversa,
nel discorso generale, quando non siano i personaggi a parlare ma è lo
stesso scrittore che descrive fatti e ambienti, allora cambia anche il
simbolismo di questa punteggiatura. Con esso si modifica,
naturalmente, il significato soprattutto del tipo suggerito al lettore.
Chi
legge di un brano che termina con tre puntini si fa un'idea inconscia
che l'autore abbia incontrato delle difficoltà a riferire di ciò che
manca e abbia sostituito il tutto con tre puntini. Né si può ritenere
che aumenti l'espressività del linguaggio quando si lascia al
lettore immaginare ciò che possa seguire e non è detto. In questo
caso occorre evitare tale tipo di punteggiatura e concludere la frase
come è pensata da chi scrive.
Vediamo questo esempio:
- "Tornava
a casa con il buio, le strade erano deserte e aumentava anche la sua
paura. Vedeva mostri dappertutto... Si convinceva che era difficile
arrivare senza fare brutti incontri."
Non si capisce
con precisione che cosa dovrebbe esserci dopo i mostri visti
dappertutto. Potrebbero verificarsi tante e varie situazioni come ne
sono elencate due di seguito:
- "Tornava
a casa con il buio, le strade erano deserte e aumentava anche la sua
paura. Vedeva mostri dappertutto anche se erano soltanto ombre. Si convinceva che era difficile
arrivare senza fare brutti incontri."
- "Tornava
a casa con il buio, le strade erano deserte e aumentava anche la sua
paura. Vedeva mostri dappertutto, immaginava di essere afferrata alle spalle. Si convinceva che era difficile
arrivare senza fare brutti incontri."
Mentre l'autore, probabilmente, avrebbe voluto ricordare qualcosa di un altro momento:
- "Tornava
a casa con il buio, le strade erano deserte e aumentava anche la sua
paura. Vedeva mostri dappertutto, proprio come aveva letto nel thriller. Si convinceva che era difficile
arrivare senza fare brutti incontri."
Non occorre aggiungere molto altro. Del resto si tratta soltanto di
una pessima abitudine che è piuttosto facile abbandonare. Basta
ricordare queste brevi note.
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