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Scrivere: l'aggettivo pazzesco, cose da pazzi

Pazzesco
Nel solito vocabolario italiano leggiamo alla suddetta voce:
  1. da pazzo;
  2. (fam.) incredibile, straordinario;
  3. assurdo, irragionevole.
E valutiamo i tre significati.
Il primo è quello proprio dell'aggettivo, e non ci sono discussioni da fare.
Il secondo, usato familiarmente, come lo stesso vocabolario indica, significa che si vuole definire qualcosa come non usuale. Ma abbiamo già trattato dell'aggettivo straordinario a cui rimandiamo. Dunque, per la proprietà di linguaggio si usi ciò che vale in modo originario, senza troppo servirsi della lingua parlata.
Che succederebbe se le qualità fossero indicate con vocaboli inadeguati, anche se familiari? Che un bel giorno ci sarebbe la confusione del linguaggio, specialmente scritto dove non è possibile vedere le espressioni del viso.
Il terzo significato del vocabolario non è altro che una spiegazione aggiuntiva di ciò che vale il primo. E può andare benissimo, soprattutto se ci si riferisce a qualcosa cha abbia davvero il senso della pazzia:

"Ha portato avanti una teoria pazzesca!"

Quando, invece, si voglia affidare al termine il valore di cosa incredibile, si usi tale aggettivo. Vediamo la differenza:

"Ha scagliato il pallone a una velocità pazzesca."

Si dovrebbe intuire che la velocità sia molto alta. Ma è sicuro? Tramutiamo la frase in questo modo:

"Ha scagliato il pallone con tanta incredibile forza che pareva un missile."

Perché lo stesso aggettivo incredibile può significare in senso negativo quanto positivo. Inoltre è sempre meglio non abusare di modi di dire o di espressioni logore e ormai prive di quella energia di un tempo, quando sono nate. E' una questione anche di purezza espressiva e proprietà della lingua, in maniera che non sorgano equivoci in chi legge. E un libro deve essere letto, non interpretato.
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