Non andrà da nessuna parte
Questa è una frase molto ripetuta, quando si vuole stabilire che un certo modo di fare è sbagliato. Tuttavia si tratta di modi di dire che appartengono piuttosto alla lingua parlata, usata spesso dai politici e che, invece, dovrebbe essere evitata nella narrativa. Il manoscritto che deve diventare libro, romanzo, ha bisogno di innovazioni e non di parole trite e logore che formano concetti banali.
A parte la doppia negazione, che è pure ammessa in italiano ma che sarebbe bene usare con attenzione per una questione almeno di cacofonia, in questo caso manca la chiarezza del pensiero. Resta solamente la frase fatta, come se l'autore fosse parlato da un linguaggio che la memoria gli mette nella bocca, o nelle dita, senza che egli se ne renda del tutto conto. Pessima operazione per uno scrittore che, così, non è più padrone del proprio stile (ammesso che ne abbia uno).
Vediamo un esempio:

"La soluzione che Antonio ha escogitato non andrà da nessuna parte."

Ora la trasformiamo per fare apparire il concetto più personale e meno fastidioso per il lettore attento:

"La soluzione che Antonio ha escogitato non darà alcun risultato apprezzabile."

Come abbiamo detto in altre pagine di questa sezione, si è sempre più precisi se si adoperano parole semplici e chiare. Difatti la proprietà di linguaggio è la regola regina per lo scrittore. Non serve a nulla, se non a peggiorare il periodo, usare modi di dire che hanno poco significato e una scarsa attinenza con ciò di cui si parla. Inoltre è sbagliato credere di essere moderni quando si prendono a prestito espressioni già belle e pronte ma usurate.

Qualora ti piacesse avere un esempio di romanzo, che ti aiuti nella stesura del tuo, vai a questa pagina. Se, invece, già hai un manoscritto e ti occorre un'operazione di correzione o di editing, o ti servono altri consigli, visita questi servizi.

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