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Gli aggettivi possessivi e le confusioni nei riferimenti
Un errore di inesperienza capita a molti scrittori esordienti che si accingono a trasformare le loro idee in manoscritti. C'è l'abitudine a non differenziare il modo di raccontare parlato con le regole della lingua scritta. Questo soprattutto perché non è considerata la diversa maniera di esprimersi. Chi legge non vede le mimiche facciali, non osserva gli occhi e i muscoli del volto di chi parla e nemmeno è aiutato dai gesti delle mani che indicano e guidano chi è ad ascoltare. Perciò è possibile che una fase del genere che segue sia scritta senza accorgersi di un equivoco nel riferimento dell'aggettivo possessivo. Vediamo di che si tratta: "Giorgio era a casa con Mario, avevano chiacchierato per mezza mattinata, a un certo punto si alzò di colpo, diede una pacca sulla spalla dell'amico, prese il suo cappello e uscì insieme a lui." Il soggetto è sempre Giorgio, ma quell'aggettivo suo a chi è riferibile? A sé stesso, oppure all'amico Mario? La regola vorrebbe che il riferimento sia sempre al termine più vicino. Ma qui abbiamo due diverse vicinanze, quella fisica della frase (ossia Mario), e quella psicologica di chi sta agendo (ossia Giorgio). C'è confusione. Il lettore non è del tutto sicuro di chi sia quel cappello che Giorgio prende, anche se è molto probabile che sia proprio il suo. Allora si può trasformare l'espressione e renderla meno equivoca: "Giorgio era a casa con Mario con il quale aveva chiacchierato per mezza mattinata. A un certo punto si alzò di colpo, prese il suo cappello, diede una pacca sulla spalla dell'amico e uscì insieme a lui." Ci siamo allontanati dall'amico in maniera da essere più vicini al soggetto dei verbi, cioè a Giorgio. La frase funziona meglio. Vediamone un'altra: "La mamma di Carla era una donna terribile, aveva un carattere rovinato dalle molteplici disavventure della vita. La figlia, per fortuna, suonava il pianoforte e superava le sue intemperanze senza curarsi troppo di ciò che succedeva." Qui potrebbe essere chiaro che sue sia riferito alla madre pensando a ciò che si è detto prima. Però il soggetto della frase è la figlia come anche il termine più vicino. Perciò è più gradevole avere una frase modificata senza creare ostacoli alla corretta comprensione: "La mamma di Carla era una donna terribile, aveva un carattere rovinato dalle molteplici disavventure della vita. La figlia, per fortuna, suonava il pianoforte e superava le intemperanze di lei senza curarsi troppo di ciò che succedeva." Certe volte, dunque, è possibile una piccola modifica per ottenere un chiaro discorso e far scorrere la lettura senza interruzioni. Se il lettore deve fermare la propria attenzione nel dover scoprire con precisione di chi si parla, allora è molto probabile che il libro sia, alla fine, abbandonato. Uguale è il ragionamento se il manoscritto sia inviato a una casa editrice per farlo valutare. Qualora ti piacesse avere un esempio di romanzo, che ti aiuti nella stesura del tuo, vai a questa pagina. Se, invece, già hai un manoscritto e ti occorre un'operazione di correzione o di editing, o ti servono altri consigli, visita questi servizi. Torna all'indice di scrivere. |
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