Scrittorisezione di |
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Ad un, ad uno, ad
una
Un tipo di comune scrittura delle parole vuole che prima dell'articolo indeterminativo (un, uno, una) si usi la consonante d nel caso che ci sia la preposizione a, o una delle due congiunzioni e oppure o. L'espediente serve a evitare forme di lettura che diano fastidio per la presenza di doppie vocali ravvicinate: quella della preposizione con la iniziale dell'articolo. Ma è un concetto sbagliato per un semplice motivo. Non è detto che si aggiunga una consonante in tutti quei casi in cui vocaboli che terminano per vocale s'incontrino con altri vocaboli che iniziano per vocale. Ad esempio: vera umidità. Nel cui caso abbiamo la stessa vocale a che precede, nella lettura, la vocale u, come per la preposizione e l'articolo di cui sopra. Nessuno si sognerebbe di aggiungere una consonante d all'aggettivo vera. E non sembri strano, perché le regole bisogna sviscerarle fino in fondo, per capire dove c'è logica e dove soltanto abitudine, che spesso è una pessima consigliera, non solo nel linguaggio. Si risponderà, dai soliti puristi, che la norma vale solo per la preposizione a, le congiunzioni e, oppure per la o (peggio che mai!), come se fosse indifferente stabilire quando e come, senza il perché. La situazione è molto caotica, allora, è per niente logica. Potrebbe anche essere un'opzione per lo scrittore, ma alcune case editrici indicano precisamente che nel caso di ad esempio, si può usare la d dopo la preposizione, come per gli articoli indeterminativi. Quindi solo per i sostantivi non sarebbe più valida la legge? Niente di più ridicolo, secondo me. Basti avere in mente che la dentale crea disturbo nella lettura, specie se dopo bisogna pronunciare il suono di una vocale. Si provi a dire parecchie volte ad un. Si constaterà che pare una lingua straniera, poco vicina al musicale italiano. Dunque si stabilisca che a un, a uno, a una, è la forma migliore per scrivere con dolcezza. Giacché molte altre volte le vocali sono l'una accanto all'altra e senza alcun fastidio fonetico. Vi è un caso in cui vale, però, la pena di aggiungere la d alla preposizione o alla congiunzione. Quando, cioè, abbiamo la parola che inizia con una identica vocale dell'altra. Esempio: ad andare, ed era, od origliare. Resta il problema su come correggere uno scritto nel caso che non si abbia pensato prima ad adottare questi consigli. Se si è in Word, niente di preoccupante. Basta cliccare su Trova, tra le opzioni di Home. Quindi su Sostituisci. Si apriranno due caselle, nella superiore si scriverà " ad un " e nella inferiore " a un ", (inserire gli spazi prima e dopo), quindi si cliccherà su Sostituisci tutto. E il gioco è fatto in un attimo. Basta ripetere la stessa operazione cambiando, nella casella superiore, ad un con ad uno, e poi con ad una. La casella sottostante riceverà la nostra correzione a uno e a una, rispettivamente in due diverse correzioni. Lo stesso dicasi se si vuole aggiungere la d. Si digiterà a, preceduta e seguita da spazio, sopra, e " ad " (con spazi prima e dopo), sotto. Come pure nel caso delle congiunzioni: e, o. In questi casi non si deve commettere l'errore di cliccare Sostituisci tutto, ma su Trova successivo e procedere manualmente caso per caso, giacché possono esservi situazioni che non occorre, o non sia possibile correggere. Se si sbaglia, si può tornare indietro con il tasto generale di annulla operazione, (una freccetta in alto nel menu di Word). Qualora ti piacesse avere un esempio di romanzo, che ti aiuti nella stesura del tuo, vai a questa pagina. Se, invece, già hai un manoscritto e ti occorre un'operazione di correzione o di editing, o ti servono altri consigli, visita questi servizi. Torna all'indice di scrivere. |
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