Scrittorisezione di |
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La
scrittura di un libro, specialmente per chi è alle prime esperienze,
non deve essere un problema. Le parole usate, le frasi, i periodi del
racconto diventano mezzi di comunicazione col lettore e questi capirà
ciò che abbiamo nel nostro animo. Se non siamo sereni o contenti di
quanto stiamo facendo, si vedrà dalla composizione, da come la
organizziamo, dai personaggi, dai loro caratteri, da ogni pagina
scritta. Pertanto occorre sentirsi come se fosse (e deve essere) un momento di
allegria, una passione che ci distrae dal mondo esterno e ci porta in
quello fantastico delle nostra mente.
Qualora si presentassero dei giorni in cui non siamo con la giusta tranquillità, per quanto ci è successo qualche ora prima, sarà meglio non procedere. Ci saranno domani più adatti alla scrittura. Ma non ci si abbatta, perché capita a tutti gli autori, non solo agli scrittori, e poi passa la tempesta, si rivede il sole, il cielo sereno e la pace interiore. Allora si riprenderà con maggiore entusiasmo. La memoria dimentica le osservazioni che vorremmo trattenere per svilupparle nel testo, ne carpiamo di continuo e le ultime scacciano le prime. Bisogna prendere appunti, anche se schematici, per riconsiderare l'idea, l'ispirazione, la scena. E' l'unico sistema per non dimenticare, basta anche un messaggio vocale sul cellulare, se non abbiamo un'agenda apposita o dei fogli sparsi con i titoli di ciò che annotiamo. Il manoscritto deve scorrere, anzi correre nella sua progettazione, per non cambiare troppo l'obiettivo che ci eravamo prefissi all'inizio di questa avventura. Il titolo, per esempio, disegni la via conduttrice della storia. Se lo si modifica di continuo, il libro sarà di una indecisione facilmente rilevabile dal lettore. Non importa se, per il momento, ci possano essere errori e imprecisioni. La revisione avverrà in una seconda fase, come si dice nelle pagine di questa guida. Un passo alla volta, senza affannarsi a volere tutto in poco tempo. I particolari, qualora siano troppo poco argomentati, possono essere sviluppati meglio, senza esagerare, durante la rilettura del testo. Un consiglio finale è il seguente: si usino le figure retoriche, non di continuo, ma senza timore di apparire inappropriati. La scrittura deve essere creativa e l'autore non può sottrarsi dall'avere la forza e la licenza di inventare anche modi di esprimersi non del tutto convenzionali. Le figure retoriche, ce ne sono tantissime, fanno capire la strada da seguire e bisogna conoscerle per rendere la propria opera efficace. Non si dimentichi che il successo dipende non soltanto dalla bravura, certe volte nemmeno da quella, ma anche dalla fortuna, dal caso, dalla situazione. Un libro che ci soddisfi è il risultato da ottenere e basta. Se arriva il successo, tanto meglio, ma che non sia l'obiettivo: noi scriviamo per noi stessi, diceva Aristotele. Dunque, anche le critiche ci devono scivolare addosso senza lasciare traccia. E gli amici potranno elogiarci esageratamente, tuttavia né le prime né le ultime manifestazioni devono coinvolgerci più di tanto. Ecco un sunto dei suggerimenti per lo scrittore:
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