Scrittorisezione di |
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La
rilettura del racconto scritto è doverosa ma va eseguita con una
tecnica proficua, onde evitare di rileggere gli stessi errori
credendoli, diversamente, esattezze. Il nostro cervello, difatti,
memorizza e vede anche ciò che non esiste, è stato sperimentato. Oppure
modifica automaticamente ciò che non è giusto nel testo. Insomma ci
vuole un criterio preciso per evitare di non riuscire a scovare le
imperfezioni, i refusi e le frasi sbagliate. E quale sarebbe il metodo
da seguire?
In primo luogo, mentre si scrive, si deve rivedere subito ciò che si è appena prodotto. In genere gli errori di punteggiatura, di grammatica e di battitura sono evidenti quando non ancora la nostra mente abbia memorizzato l'intero periodo del manoscritto. Dunque è più facile intervenire. Poi si possono seguire due strade ugualmente efficaci, secondo le abitudini e la capacità creativa dell'autore. La prima riguarda la rilettura completa del capitolo appena finito, ma uno o due giorni dopo. In questo caso la scrittura potrebbe procedere più lentamente di come ci eravamo prefissi. La seconda, invece, che ritengo più tecnica, riguarda la rilettura quando il manoscritto è stato completato. Mi riferirò soprattutto a questa seconda soluzione, anche se può essere adottata insieme alla prima, soprattutto in dipendenza della lunghezza del singolo capitolo. Difatti, per essere certi di seguire una linea logica e consequenziale, può essere opportuno controllare subito una certa parte del libro. Perché, invece, si sceglierebbe di rileggere tutto solo alla fine? Per il fatto che ci sono molti interventi possibili, concatenati fra loro, che devono essere portati avanti tutti insieme per evitare discrepanze. La rilettura finale, difatti, non ammette pause eccessive, soltanto qualche caffè per ricrearsi durante il giorno. Non ci dovrebbero essere giorni di sospensione per non dover ricordare con sforzo quanto si sapeva in modo fresco, se il racconto fosse stato letto di continuo. Ma non è tutto. La rilettura dovrebbe essere ripetuta almeno altre due volte. Di più non ritengo sia utile perché non ci aggiungerebbe nulla di quanto già fatto o, forse, si inserirebbero errori prima inesistenti. Dunque, una prima lettura per sgrossare il testo di tutto ciò che non ci convince e per eliminare i refusi, gli errori di grammatica e di sintassi. Una seconda lettura, da farsi dopo alcuni giorni di stop, meglio se dopo una settimana in modo da dimenticare il più possibile il testo, serve a eliminare i periodi inutili o modificarli, a controllare le incongruenze, a vedere se ci siano illogicità. Una terza lettura per verificare che non ci sia altro da sistemare e il testo sia pronto da inviare alla pubblicazione o alla stampa. Mi rendo conto che è un lavoro molto impegnativo, ma quanti errori si trovano in tantissimi libri affidati ad Amazon e di cui si possono leggere gratuitamente gli estratti? Una lunga serie e non sono solamente semplici refusi. E' molto meglio spendere qualche giorno di riflessione che inviare un manoscritto pieno di sbagli di ogni tipo. Questi sono i principali consigli per procedere con la fase di rilettura del manoscritto:
La pubblicazione di un proprio libro è un evento particolare, forse paragonabile per intensità alla nascita di un figlio, con le dovute proporzioni perché il libro poi si deposita su uno scaffale, non piange e non ci sveglia la notte. Ma non lo dimenticheremo mai, proprio come resta nel nostro cuore una creatura umana. Un libro è, in effetti, la creatura dello scrittore. Guida per la scrittrice e lo scrittore
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