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Figure retoriche: la sinalefe

Sinalefe
Il termine deriva dal greco antico e significa, letteralmente, fondo insieme.
Si tratta di quella figura metrica che fonde insieme, in una sola sillaba, l'ultima vocale della parola che precede con la prima della parola successiva. Cosicché, nel conteggio delle sillabe, si abbia una sola di esse da due che sembravano.
Per tale ragione si ha che la sinalefe sia significativa solamente nella poesia che abbia versi da leggere con un certo ritmo. Mentre nella narrativa non ha ragione di esistere.
Ed ecco molteplici esempi di sinalefe nei versi del famosissimo sonetto Solo e pensoso di Francesco Petrarca:

"Solo e pensoso i più deserti campi 
vo mesurando a passi tardi e lenti, 
e gli occhi porto per fuggire intenti 
ove vestigio uman la rena stampi. 
Altro schermo non trovo che mi scampi 
dal manifesto accorger de le genti; 
perchè negli atti d'allegrezza spenti 
di fuor si legge com'io dentro avvampi: 
sì ch'io mi credo omai che monti e piagge 
e fiumi e selve sappian di che tempre 
sia la mia vita, ch'è celata altrui. 
Ma pur sì aspre vie né sì selvagge 
cercar non so ch'Amor non venga sempre 
ragionando con meco, et io con lui.
"

La sinalefe non è propriamente una figura retorica ma una forma retorica, ossia un modo di scrivere e di intendere ciò che si produce nelle opere letterarie.
Qualora desiderassi verificare che cosa sono le figure retoriche e come si possano utilizzare nella narrativa, in un esempio di romanzo che ti aiuti nella stesura del tuo, vai a questa pagina. Se, invece, già hai un manoscritto e ti occorre un'operazione di correzione o di editing, o qualunque altro tipo di consiglio per pubblicarlo, visita questi nostri servizi.

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