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Figure retoriche: l'onomatopea

Onomatopea
Il termine deriva dal greco antico e significa, letteralmente, fare nome.
Si tratta di una figura retorica che consiste nel riprodurre il rumore o il suono associato a un oggetto o a un soggetto cui si vuole fare riferimento.
Molti suoni sono entrati nel comune parlare e non si fa più caso a essi. Altri sono soltanto opera dell'autore che così l'inventa associando la parola a ciò che rappresenta nella realtà, per significarla.
Ecco un esempio di onomatopea:

"Tic tac, la sveglia segnava il tempo, poggiata sul comodino, mentre Gino cercava di spegnerla premendo un pulsante. Non lo trovò ma, in compenso, caddero, tintinnando, varie monete sul pavimento."

In questo periodo ci sono due casi di onomatopea. La prima riguarda il rumore della sveglia, ripetuto o imitato con la pronuncia delle parole tic tac. La seconda simile figura retorica riguarda il verbo tintinnando che, entrato nel vocabolario della lingua italiana, imita il rumore delle monete quando cadono su qualcosa di rigido.
Molte parole sono parte integrante della nostra lingua, anzi sono nate proprio in base all'imitazione del rumore di ciò che significano. In tali casi si parla di termini onomatopeici.
L'onomatopea è usata sia nella poesia che nella prosa, non soltanto con le parole già esistenti, quanto con quelle che l'autore genera per conto proprio. Ed è un modo molto familiare di esprimersi per creare un'atmosfera adatta a essere ascoltati da chi legge.
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