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Figure retoriche: l'eufemismo

Eufemismo
Il termine, dal greco antico, deriva da un verbo che significa letteralmente parlar bene.
Dal vocabolario d'italiano preleviamo la seguente definizione:

"Figura retorica mediante la quale si attenua l'asprezza di un concetto, usando una perifrasi o sostituendo un vocabolo con un altro."

La figura retorica opposta all'eufemismo è il disfemismo a cui si rimanda per ulteriori informazioni.
Questo è un esempio in un testo di narrativa che dimostra che cosa sia, in effetti, un eufemismo:

"Quando si presentò a casa, si notarono i capelli poco pettinati, le scarpe non molto nuove, i vestiti con qualche strappo, il respiro, il fiato, non del tutto gradevole mentre le unghie sembravano non propriamente corte e pulite."

Una descrizione che può sembrare molto diversa da quella che dovrebbe essere, invece, la cruda realtà del personaggio rappresentato.
Vediamo come apparirebbe la stessa descrizione usando gli stessi concetti senza alcuna attenuazione:

"Quando si presentò a casa, si notarono i capelli arruffati, le scarpe vecchie, i vestiti lacerati, il respiro, il fiato puzzolente mentre le unghie erano lunghe e sporche."

La negazione di ciò che può essere irriguardoso e spregevole fa intendere senza dire, in maniera più delicata e senza offesa. Il testo si legge con maggiore scorrevolezza e con il sorriso sulle labbra, talora. Perciò appare evidente come la verità più cruda sia peggiorativa anche della stessa descrizione, specie se lo scrittore vuole offrire un quadro diverso.
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