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Figure retoriche: la duplicatio

Duplicatio
Il termine deriva dal latino e significa letteralmente raddoppio.
Si tratta di una figura retorica che consiste nell'uso di una coppia di sinonimi, siano essi parole o espressioni, per indicare un unico concetto con maggiore forza.
Essa è molto usata nella poesia ma anche nella narrativa ha un suo preciso valore. Perciò non deve sembrare un errore quando l'autore scrive due parole molto vicine, che sono, in realtà, simili per concetto espresso.
Ecco un esempio di duplicatio:

"Il fango e la poltiglia di terra gli avevano impregnato le scarpe, e i piedi erano diventati pesanti e collosi, fino a non vedere più il tracciato e la strada da seguire."

Ci sono due coppie di sinonimi a esprimere il senso di smarrimento del tizio che si trovava in quella situazione incresciosa. Vediamo che succede se eliminiamo, uno alla volta, i due sinonimi, nell'esempio seguente:

"
Il fango gli aveva impregnato le scarpe, e i piedi erano diventati pesanti e collosi, fino a non vedere più il tracciato da seguire."

Il periodo è, ora, più rapido nella lettura, ma proprio questa celerità fa perdere di intensità alla situazione. Uno scrittore dovrebbe sempre chiedersi che cosa sia migliore: avere concisione nel discorso, oppure sostare per lasciare che il lettore rifletta e s'immedesimi nei fatti, sentendoli come suoi.
Qualora desiderassi verificare che cosa sono le figure retoriche e come si possano utilizzare nella narrativa, in un esempio di romanzo che ti aiuti nella stesura del tuo, vai a questa pagina. Se, invece, già hai un manoscritto e ti occorre un'operazione di correzione o di editing, o qualunque altro tipo di consiglio per pubblicarlo, visita questi nostri servizi.

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