La casa
editrice denominata
Zandegù Editore nasce nel
maggio del 2005. Pubblica
narrativa surreale e divertente.
Questa è la triste pagina del loro sito in cui annunciano la chiusura
della casa editrice:
"Zandegù, dopo 5 anni di lavoro,
senza mai prendere un soldo dagli autori e battendosi strenuamente
contro l’editoria a pagamento, ha chiuso nel luglio 2010.
Mi sono
scontrata, e Zandegù con me, con le difficoltà economiche, con la
crisi, con un generale e spero risolvibile in tempi brevi abbrutimento
culturale italiano e con la miopia degli operatori del settore che,
nonostante i successi, non mi hanno mai agevolato."
Parole
amare che dimostrano come sia difficile pubblicare libri in Italia e
riuscire a sopravvivere in quanto realtà economica.
Nostro
giudizio
Il
giudizio è positivo.
Ma come, si dirà, una casa editrice che chiude? E a chi mandare il
proprio manoscritto?
Un
atto non solo di sfiducia e di forza maggiore, quanto un gesto di
ribellione: il sito, difatti, è ancora attivo e dimostra che una
speranza vive nel cuore di Marianna Martino che ha scritto una
bellissima lettera di commiato. Che tutto possa ricominciare e
ripartire più rapidi e con maggiore entusiamo di prima.
Mentre
si sperperano denari pubblici per le più sciocche attività, chiamate
erroneamente culturali, bisogna assistere alla morte di una casa
editrice che non aveva mai chiesto un soldo agli esordienti?
E la cultura dove sarebbe, dove gli incentivi che premiamo chi vale,
chi merità? Mentre l'economia mondiale va a rotoli?
Nel
paese che a detta di tutti è quello che contiene l'ottanta per cento
delle ricchezze culturali mondiali? Non anche la letteratura?
Torna all'elenco di case
editrici che non chiedono contributo.