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Case editrici senza contributi: come scoprire le truffe di editori a pagamento

 
Gli editori a pagamento

Le case editrici non sono tutte uguali e nemmeno ci si può fidare di ciò che si dice nei loro rispettivi siti. Per tale ragione, a fronte degli inviti di ogni genere rivolti agli autori, si percepisce come ci sia qualcosa di poco chiaro quando alcuni indizi portano tutti verso la medesima direzione. Se si seguono i suggerimenti che forniamo in questa pagina, sarà anche facile capire il comporamento di chi sia dedito più alle truffe che all'attività di editore.
Appare chiaro, un po' meno agli autori esordienti, come sia poco efficace affidarsi a chi chiede un contributo per la pubblicazione di un libro, oppure un certo acquisto di copie che, in fin dei conti, è la stessa cosa: esborso di denaro per essere pubblicati. A dire il vero esistono sistemi di autopubblicazione ma, in questo caso, è necessario che si sappia fin dall'inizio che rapporto esista fra l'autore e l'editore o, spesso più esattamente, la tipografia.
A niente può servire, difatti, la promessa di inserire un ISBN sul libro, oppure l'invio di una copia alle biblioteche nazionali (lo prevede la legge sul diritto d'autore), oppure ancora la presentazione del volume da qualche parte (spesso inutile o soltanto promessa), la vendita sul web del libro (poco efficace) e la possibilità di ordinarlo nelle librerie tradizionali (è sempre così se esiste un codice ISBN).
Vediamo, allora, i consigli per scoprire chi sia un truffatore e cerchi di abbindolare l'inesperto autore che, a fronte di qualche spesa pure accessibile, crede di avere un certo successo editoriale.

Le truffe possibili
Questi suggerimenti non sono esaustivi ma comportano, qualora se ne noti la compresenza, il dubbio che ci sia qualcosa che sa di truffa nell'eventuale contratto:
  1. il sito di un editore che parli troppo, si dilunghi spesso senza ragione, di manoscritti che vengono pubblicati senza chiedere contributi agli autori; chi sia davvero editore gratuito non lo sventola troppo, bastano due righe e non intere pagine;
  2. chi chiede anche il numero di telefono, spesso lo fa per avere una possibilità di contattare l'autore per comprendere le sue intenzioni rivolte al pagamento di un contributo di qualunque genere;
  3. anche se il contributo appare non diretto, l'editore che cerca di frodare l'inesperto autore parla di partecipazione alle spese di presentazione del libro, oppure a quelle per le fiere del libro, o per associarsi alla organizzazione culturale; 
  4. l'evantuale richiesta di acquisto di copie può nascondere un vero e proprio business per l'editore che parla di costi di produzione quando, invece, vorrebbe coprire tutte le sue spese e guadagnare sull'autore; un libro di 300 pagine in formato standard e con copertina a colori costa circa 5 euro per la sola stampa; chi chiede il doppio vuole andare oltre tutto ciò, com'è evidente; spesso tali editori non hanno nemmeno un ufficio e operano da casa;
  5. una casa editrice che accetti l'invio del manoscritto non può rispondere, dopo pochi giorni, che esso sia stato scelto per la pubblicazione, non c'è stato tempo per leggerlo; è capitato che dopo tale periodo un editore avesse telefonato mostrando di non conoscere nemmeno il titolo di ciò che avrebbe voluto pubblicare;
  6. spesso gli editori truffaldini usano una tecnica particolare per far abboccare l'autore all'amo; inviano un'email dicendo che servono i dati per stilare il contratto, poi lasciano passare del tempo per far maturare la speranza nel soggetto contattato, quindi chiamano telefonicamente per sondare ulteriormente, e a nulla vale che il sito parli di pubblicazioni senza contributo, perché spesso è proprio il contrario;
  7. gli editori che vogliono truffare, in genere, parlano di incontri con l'autore presso la redazione, per conoscersi meglio. In realtà tutto ciò serve per tastare la situazione in attesa di convincere al versamento di denaro per la pubblicazione;
  8. nessuna promessa di successo deve far pensare che esso ci possa essere così alla svelta, del resto le case editrici serie non sanno mai che tipo di vendita possano ottenere da una pubblicazione;
  9. i contratti, seppure firmati dalle parti, servono a ben poco con gli editori che truffano perché puntualmente li disattendono, per cui bisogna affidarsi agli indizi precedenti per svelare la vera natura del tizio che propone;
  10. qualora ci siano dei dubbi oppure si sia quasi convinti di pagare, anche qualche mihliaio di euro, per essere pubblicati,  sarà bene farsi consigliare da chi conosce come speculano tanti editori sulla pelle degli autori e sarà utile chiedere un aiuto a noi.
Questo decalogo potrà essere aggiornato a mano mano che incontriamo altre tipologie di truffe, specie nella rete, rivolte agli autori, soprattutto esordienti. Per informarti ancora meglio, naviga anche nelle nostre pagine degli aiuti, leggiti cosa scrivono gli altri autori nell'apposita sezione del nostro Forum.

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