La determinazione del compenso all'autore, sotto forma di diritti, è uno dei più importanti articoli del contratto con una casa editrice. Con esso si stabiliscono le percentuali che sono corrisposte sulle copie vendute del libro. Si tratta di somme che possono arrivare al 10% e anche oltre, ma soltanto quando lo scrittore sia già famoso oppure venda un gran numero di copie.
L'attenzione, soprattutto degli esordienti, deve essere posta sul numero di copie vendute, appunto. Mote volte gli editori, fidandosi del fatto che l'autore non sappia come funziona il mercato, statuisca che ci siano percentuali di compensi solamente a partire da un certo quantitivo di vendite. Tale soglia, spesso, non sarà mai raggiunta da un esordiente che non va oltre poche decine, se non unità, del libro. Qualora egli raggiunga le centinaia di copie vendute, già può ritenersi soddisfatto. Ma solamente per il numero e non per i compensi che, anche se fossero del 10% su un prezzo di copertina di 15 euro, sarebbero di appena 150 euro ogni cento copie. Somme quasi simboliche ammesso che la vendita sia di questa portata.
Dunque è bene fare attenzione di non accettare contratti dove si preveda che siano pagati compensi soltanto a partire dalla duecentesima copia venduta, per esempio. Si nasconde, dietro tale supposizione, il fatto che non ci sarà mai nessun versamento all'autore.
L'articolo sui compensi, se non lo si dice altrove, deve prevedere anche i diritti su altri tipi di pubblicazione o sfruttamento dell'opera. Per esempio per i casi di traduzioni in altre lingue o per le riduzioni cinematografiche, qualora tali diritti siano stati compresi fra quelli il cui sfruttamento è ceduto all'editore.
Nel contratto si potranno anche prevedere differenti percentuali basate non soltanto sul numero di copie vendute ma anche sul tipo di edizione. Per esempio su quelle tascabili, notoriamente meno pregiate anche come carta, o con diffusione diversa, la percentuale potrà essere inferiore.