Di che si tratta
Qualche casa editrice, pur senza dire apertamente che adotta il sistema di richiedere l'acquisto di copie da parte dell'autore, se non addirittura il pagamento dell'editing e delle spese per pubblicare un libro, offre il metodo americano del crowdfunding. Ma che significa?
La parole inglese, da crowd = folla e funding = finanziamento, significa, in parole povere, raccolta di fondi. C'è da chiedersi come possa un editore ricorrere a questo tipo di ricerca di denaro per riuscire a pubblicare un esordiente. Forse per qualche testo di particolare interesse? Oppure una storia che possa commuovere il mondo?
E' difficile rispondere senza sapere che cosa abbia in mente la casa editrice che propone, all'ignaro autore, il suddetto metodo di acquisizione di risorse economiche. Esso può valere per consentire a un malato di sostenere cure costose, oppure a un candidato, quando sarà possibile finanziare i partiti come in America, di affrontare una gravosa campagna elettorale, oppure a un ricercatore di completare una sua scoperta che sia utile per tutti. Ma, sinceramente, non vale per pubblicare un libro di uno sconosciuto. Dunque?
Purtroppo, in questi casi, si nasconde una presa per i fondelli. Succede quando una casa editrice offre ciò che non è possibile, molto probabilmente, e siamo del tutto disponibili a poter credere che sia diversamente. Essa dovrebbe pubblicare tirando fuori ciò che occorre per le spese: l'investimento su un'opera che si ritenga valida e commercialmente capace di produrre profitto.
Perché nessuno vuol ritenere che un editore ci debba rimettere quando pubblica un testo inviatogli: invece abbia il suo ritorno economico. Ma arrivare a chiedere soldi ad altri, se non allo stesso autore del testo, pare fuori da ogni logica, come sempre e altrove abbiamo, più volte, detto.
La conclusione è che, se si abbia una risposta da una casa editrice dove si parla di crowdfunding, si risponda che siano più chiari ed espliciti. E si abbia gli occhi ben aperti, affinché non si firmino contratti i quali non portino a niente di buono.
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