Vederassi
la spezie leonina colle ungliate branche aprire la terra, e nelle fatte
spelonche seppellire sé insieme co’ li altri animali a sé
sottoposti
Uscirà della terra
animali vestiti di tenebre, i quali, con maravigliosi assalti, assaliranno
l’umana generazione, e quella da feroci morsi fia, con fusion di sangue,
da essi divorata.
Ancora: scorrerà per
l’aria la nefanda spezie volatile, la quale assaliranno li omini e li animali,
e di quelli si ciberanno con gran gridore: empiranno i loro ventri di vermiglio
sang[u]e.
Vedrassi il sangue uscire
dalle stracciate carni, rigare le superfiziali parte delli omini.
Verrà alli omini tal
crudele malattia, che colle proprie unghie si stracceranno le loro carni.
Sarà la rogna.
Vedrassi le piante rimanere
sanza foglie e i fiumi fermare i loro corsi.
L’acqua del mare si leverà
sopra l’ alte cime de’ monti verso il cielo e ricaderà sopra alle
abitazione delli omini.
Cioè per nugoli.
Vederà i maggiori alberi
delle selve essere portati dal furor de’ venti dall’oriente all’occidente.
Cioè per mare.
Li omini gitteranno via le
propie vettovaglie.
Cioè seminando.
Verrà a tale la generazione
umana che non si intenderà il parlare l’uno dell’altro.
Cioè un tedesco con
un turco.
Vedrassi ai padri donare le
lor figliole alla lussuria delli omini e premiarli e abbandonare ogni passata
guardia.
Quando si maritano le putte.
Usciranno li omini delle sepulture
convertiti in uccelli, e assaliranno li altri omini tollendo loro il cibo
delle propie mani e mense.
Le mosche.
Molti fien quegli che scorticando
la madre, li arrovescieranno la sua pelle addosso.
I lavoratori della terra.
Felici fien quelli che presteranno
orecchi [al]le parole de’ morti.
Leggere le bone opere
e osservarle.
Le penne leveranno li omini,
siccome li uccelli, inverso il cielo.
Cioè per le lettere
fatte da esse penne.
L’umane opere fien cagione
di lor morte.
Le spade e le lance.
Li omini perseguiranno quella
cosa della qual più temano.
Cioè saran miseri
per non venire in miseria..
Le cose disunite s’uniranno
e riceveranno in sé tal virtù che renderanno la persa memoria
alli omini.
Cioè i palpiri che
sono fatti di peli disuniti e tengano memoria delle cosse e fatti delli
omini.
Vedrassi l’ossa de’ morti,
con veloce moto, trattare la fortuna del suo motore.
I dadi..
I boi colle lor corna difenderanno
il foco della sua morte.
La lanterna.
Le selve partoriranno figlioli
che fian causa della lor morte
Il manico della scura.
Li omini batteranno aspramente
chi fia causa della lor vita.
Batteranno il grano.
Le pelle delli animali removeranno
li omini con g[r]an gridori e bestemmie dal lor silenzio.
Le balle da giucare.
Molte volte la cosa disunita
fia causa di grande unizione.
Cioè il pettine, fatto
della disunita canna, unisce le file nella tela
Il vento passato per le pelli
delli animali farà saltare li omini.
Cioè la piva
che fa ballare.
De noci battuti
Quelli che aranno fatto meglio
saranno più battuti e e sua figlioli tolti e scortica’ ovvero spogliati,
e rotte e fracassate le sue osse.
Delle scolture
Omè! Chi vedo il Salvatore
di nuovo crocefisso.
De la bocca dell’omo ch’è
sepoltura
Uscirà gran romori
de le sepolture de quelli che so’ finiti di cattiva e violente morte.
Delle pelle delli animali
che tengono il senso del tatto che v’è su le scritture
Quanto più si parlerà
colle pelle, veste del sentimento, tanto più s’acquisterà
sapienzia.
De’ preti che tengano l’ostia
in corpo
Allora tutti quasi i tabernacoli,
dove sta il Corpus Domini, si vederanno manifestamente per se stessi andare
per diverse strade del mondo.
E quelli che pascan l’er[b]e,
faran della notte giorno.
Sevo.
E molti terrestri e acquatici
animali monteranno fra le stelle.
E i pianeti.
Vedrassi i morti portare i
vivi in diverse parti.
I carri e navi.
A molti fia tolto il cibo
di bocca.
A’ forni.
Del forno
E que’ che si imboccheranno
per l’altrui mani fia lor tolto il cibo di bocca.
Il forno.
De crocifissi venduti
I’ vedo di nuovo venduto
e crocifisso Cristo e martirizzare i sua santi.
I medici che vivan de’ malati
Verranno li omini in tanta
viltà, che aran di grazia che altri trionfi sopra i lor mali, ovver
della perduta lor vera ricchezza.
Cioè la sanità.
Delle religion de’ frati che
vivano per li loro santi, morti per assai tempo
Quelli che saranno morti,
dopo mille anni, fien quelli che daranno le spese a molti vivi.
De sassi convertiti in calcina,
de’ quali si mura le prigioni
Molti, che fien disfatti
dal foco, innanzi a questo tempo torranno la libertà a molti omini.
De’ putti che tettano
Molti Franceschi, Domenichi
e Benedetta mangeranno quel che da altri altre volte vicinamente è
stato mangiato, che staranno molti mesi avanti che possino parlare.
De’ nicchi e chiocciole, che
son rebuttati dal mare, che marciscano dentro a lor gusci
O quanti fien quelli che,
poi che fien morti, marciranno nelle lor propie case, empiendo le circustante
parti piene di fetulente puzzo.
Tutte le cose, che nel verno
fien nascoste e sotto la neve, rimarranno scoperte e palese nella state.
Detta per la bugia che non
può stare occulta
Delle taccole e stornelli
Quelli che si fideranno abitare
appresso di lui, che saranno gran turbe, quasi tutti moriranno di crudele
morte. E si vedrà i padri colle madri d’insieme colle sue famiglie
esser da crudeli animali divorati e morti.
De’ villani in camicia che
lavorano
Verrà tenebre di verso
l’oriente le quali con tanto di oscurità tigneranno il cielo che
copre l’Italia.
De’ barbieri
Tutti li omini si fuggiranno
in Africa.
[Pronostico]
[Metti per ordine e mesi
e le cirimonie che s’usano, e così fa del giorno e della notte.
De’ segatori
Saranno molti, che si moveran
l’uno contra l’altro, tenendo in mano il tagliente ferro. Questi non si
faranno infra loro molto nocimento che di stanchezza, perché quanto
l’uno si caccerà inanti, tanto l’altro si ritirerà indirieto.
Ma trist’a chi si inframmetterà in mezzo, perché al fine
rimarrà tagliato a pezzi.
Il filatoio da seta
Sentirassi le dolenti grida,
le alte strida, le rau[ch]e e infiocate voce di quei che fieno con tormento
ispogliati e al fine lasciati ignudi e sanza moto: e questo fia causa del
motore che tutto volge.
Del mettere e trarre il pan
della bocca del forno
Per tutte le città
e terre e castelle, ville e case si vedrà per disiderio di mangiare
trarre il proprio cibo di bocca l’uno all’altro sanza poter fare difesa
alcuna.
Le terre lavorate
Vedrassi voltare la terra
sotto sopra, e risguardare li oppositi emisperii e scoprire le spilonche
a ferocissimi animali.
Del seminare
Allor in gran parte delli
omini, che restaran vivi, gitteran fori de le lor case le serbate vettovaglie
in libera presa delli uccelli e animali terrestri, sanza curarsi d’esse
in parte alcuna.
Delle piove, che fan ch’e
fiumi intorbidati portan vie le terre
Verrà di verso il
cielo che trasmuterà gran parte dell’Africa, che si mostra a esso
cielo in verso l’Europa, e quella di Europa in verso l’Africa, e quelle
delle provincie si mischieranno insieme con gran revoluzione.
De’ legnami che bruciano
Li alberi e albusti delle
gran selve si convertiranno in cenere.
Delle fornaci di mattoni e
calcina
Al fine la terra si farà
rossa per lo infocamento di molti giorni, e le pietre si convertiranno
in cenere.
E pesci lessi
Li animali d’acqua moriranno
nelle bollenti acque.
L’ulive che caggian de li
ulivi e dannoci l’olio che fa lume
Discenderà con furia
di verso il cielo chi ci darà notrimento e luce.
Delle civette e gufi con che
s’uccella alla pania
Molti periranno di fracassamento
di testa, e salterà loro li occhi in gran parte della testa, per
causa di animali paurosi usciti dalle tenebre.
Del lino che fa la carta de’
cenci
Sarà riverito e onorato
e con referenzia e amore ascoltato li sua precetti, di chi prima fu splezzato,
straziato e martorizzato da molte e diverse battiture.
De’ libri che ‘nsegnan precetti
I corpi sanz’anima ci daranno
con lor sentenzie precetti utili al ben morire.
De’ battuti e scorreggiati
Li omini si nasconderanno
sotto le scorze delle iscorticate erbe, e quivi, gridando, si daran martiri,
con battimenti di membra a sé medesimi.
Della lussuria
E s’infurieranno delle cose
più belle, a cercare, possedere e operare le parte lor più
brutte, dove poi, con danno e penitenzia ritornati nel lor sentimento,
n’aran grande ammirazion di se stessi.
Dell’avaro
Molti fien quelli che con
ogni studio e sollecitudine seguiranno con furia quella cosa che sempre
li ha spaventati, non conoscendo la sua malignità.
Delli omini che quanto più
invecchiano più si fanno avari
chè, avendoci a star
poco, doverebbon farsi liberali
Vedrassi a quelli che son
giudicati di più sperienzia e giudizio, quanto egli hanno men bisogno
delle cose, con più avidità cercarle e riservare.
Della fossa
(Dilla in forma di frenesia
o farnetico, d’insania di cervello)
Staran molti occupati in
esercizio a levar di quella cosa, che tanto cresce, quanto se ne leva e
quanto più vi se ne pone, più diminuisce.
Del peso posto sul piumaccio
E mo[l]ti corpi nel vedere
da lor levar la testa, si vedrà manifestamente crescere, e, rendendo
loro la levata testa, immediate diminuiscan lor grandezza.
Del pigliare de’ pidocchi
E saran molti cacciatori
d’animali che quanto più ne piglieranno manco n’aranno; e così,
de converso, più n’aran quanto men ne piglieranno.
Dell’attigner l’acqua colle
due secchie a una sola corda
E rimarranno occupati molti
che quanto più tireranno in giù la cosa, essa più
ne sfuggirà in contrario moto.
La salsiccia ch’entra nelle
budella
Molti si faran casa delle
[bude]lle e abiteranno nelle loro propie.
Le lingue de’ porci e vitelle
nelle budella
O cosa spurca, che si vedrà
l’uno animale aver la lingua in culo all’altro.
De’ crivelli fatti di pelle
di animali
Vedrassi il cibo degli animali
passar dentro alle lor pelli per ogni parte salvo che per la bocca e penetrare
dall’opposita parte insino alla piana terra.
Delle lanterna
Le feroce corna de’ possenti
tori difenderanno la luce notturna dall’impetuoso furor de’ venti.
Delle piume ne’ letti
Li animali volatili sosterran
l’omini colle loro propie penne.
Li omini che van sopra li
alberi andando in zoccoli
Saran sì grande i
fanghi, che li omini andranno sopra li alberi de’ lor paesi.
Della sola delle scarpe che
son di bue
E si vedrà in gran
parte del paese camminare sopra le pelli delli grand’animali.
Del navicare
Sarà gran venti per
li quali le cose orientali si faranno occ[iden]tali e quelle di mezzo dì,
in gran parte miste col corso de’ v[en]ti, seguiranno per lunghi paese.
Delle pitture ne’ santi adorati
Parleranno li omini alli
omini che non sentiranno; aran gli [occhi] aperti e non vedranno; parleranno
a quelli e non fie lor risposto; chiederan grazie a chi arà orecchi
e non ode; faran lume a chi è orbo [parleran] a’ sordi con gran
[romo]re.
Del sognare
Andranno li omini e non si
moveranno, parleranno con chi non si trova, sentiranno chi non parla.
Dell’ombra che si move coll’omo
Vedrassi forme e figure d’omini
o d’animali, che seguiranno essi animali e omini, du[v]unche fuggiranno;
e tal fia il moto dell’un quant’è dell’altro, ma parrà cosa
mirabile delle varie grandezze in che essi si trasmutano.
Delle ombre del sole e dello
specchiarsi nell’acqua ‘n un medesimo tempo
Vedrassi molte volte l’uno
omo diventare tre, e tutti lo seguano; e spesso l’uno, più certo,
l’abbandona.
Delle casse che riservano
molti tesori
Troverassi dentro a de’ noci
e de li alberi e altre piante tesori grandissimi, i quali lì stanno
occulti.
Dello spegnere el lume a chi
va [a] letto
Molti, per mandare fori il
fiato con troppa prestezza, perderanno il vedere e in brieve tutti e sentimenti.
Delle campanelle de’ muli
che stan presso a’ loro orecchi
Sentirassi in molte parte
dell’Europa strumenti di varie magnitudine far diverse armonie, con grandissime
fatiche di chi più presso l’ode.
Delli asini
Le molte fatiche saran remunerate
di fame, di sete, di disagio e di mazzate e di punture.
De soldati a cavallo
Molti saran veduti portare
da grandi animali con veloce corso alla ruina della sua vita e prestissima
morte. Per l’aria e per la terra saran veduti animali di diversi colori
portarne con furore li omini alla distruzione di lor vita.
Delle stelle delli sproni
Per causa delle stelle si
vedrà li omini esser velocissimi al pari di qualunche animal veloce.
Il bastone ch’è morto
Il movimento de’ morti farà
fuggire con dolore e pianto, con grida molti vivi.
Dell’esca
Con pietra e con ferro si
renderà visibile le cose che prima non si vedeano.
De’ boi che si mangiano
Mangeranno e padron delle
possessioni e lor propi lavoratori.
Del battere il letto per rifarlo
Verranno li omini in tanta
ingratitudine, che chi darà loro albergo sanza alcun prezzo, sarà
carico di bastonate in modo che gran parte delle interiora si spiccheranno
del loco loro e s’andranno rivoltando per suo corpo.
Delle cose che si mangiano,
che prima s’uccidano
Sarà morto da loro
il lor nutritore, e fragellato con dispietata morte.
Dello specchiare le mura delle
città nell’acqua de’ lor fossi
Vederassi l’alte mura delle
gran città sottosopra ne’ loro fossi. [Atl. 370 r.a.]
Dell’acqua che corre torbida
e mista con terra, e della polvere e nebbia mista
coll’aria, e del foco misto
col suo caldo con ciascuno
Vedrassi tutti li elementi
insieme misti con grande revoluzione, transcorrere ora inverso il centro
del mondo, ora inverso il cielo, e quando dalle parti meridianali scorreran
con furia inverso il freddo settantrione, a[l]cu[n]a volta dall’oriente
inverso l’occidente, e così di questo in quell’altro emisperio.
In ogni punto si può
fare divisione de’ due emisperi
Li omini tutti scambieranno
emisperio immediate.
In ogni punto è divisione
da oriente a occidente
Moveransi tutti li animali
da oriente a occidente, e così da aquilone a meridio.
Del moto dell’acque, che portano
e legnami che son morti
Corpi sanz’anima per sé
medesimi si moveranno, e porteran con seco innumerabile generazione di
morti, togliendo le ricchezze a’ circunstanti viventi.
Dell’ova, che essendo mangiate,
non possan fare e pulcini
O quanti fien quelli ai quali
sarà proibito il nascere!
De pesci che si mangiano ovati
Infinita generazione si perderà
per la morte delle gravide.
Delli animali che si castrano
A gran parte della spezie
masculina, pell’esser tolti loro e testiculi, fia proibito il generare.
Delle bestie che fanno il
cacio
Il latte fia tolto ai piccoli
figlioli.
Delle sommate fatte delle
troie
A gran parte delle femmine
latine fia tolto e tagliate lor le tette insieme colla vita.
Del pianto fatto il venerdì
sancto
In tutte le parti d’Europa
sarà pianto da gran popoli la morte d’un solo omo.
Delle maniche de coltegli
fatte di corna di castrone
Nelle corna delli animali
si vedrà taglienti ferri, colli quali si torrà la vita a
molti della loro spezie.
Della notte, che non si cognosce
alcun colore
Verrà a tanto che
non si cognoscerà differenzia in fra i colori, anzi si faran tutti
di nera qualità.
Delle spade e lance, che per
sé mai nociano a nessuno
Chi per sé è
mansueto e sanza alcuna offensione, si farà spaventevole e feroce
mediante le triste compagnie, e torrà la vita crudelissimamente
a molte genti, e più n’ucciderebbe, se corpi sanz’anima, usciti
dalle spilonche, non li difendessimo.
Cioè le corazze di
ferro
De’ laccioli e trappole
Molti morti si moveran con
furia e piglieranno e legheranno e vivi, e serberangli a lor nemici [a]
cercar la lor morte e distruzione. [Atl. 370 r.a.]
De’ metalli
Uscirà delle oscure
e tenebrose spelonche chi metterà tutta l’umana spezie in grandi
affanni, pericoli e morte; a molti seguaci lor dopo molti affanni darà
diletto; e chi non fia suo partigiano morrà con istento e calamità.
Questo commetterà infiniti tradimenti, questo aumenterà e
persuaderà li omini tristi alli assassinamenti e latrocini e le
servitù, questo terrà in sospetto i sua partigiani, questo
torrà la vita a molti, questo travaglierà li omini infra
lor co' molte flalde, inganni e tradimenti. O animal mostruoso, quanto
sare’ meglio per li omini che tu tornassi nell’inferno! Per costui rimarran
diserte le gran selve delle lor piante, per costui infiniti animali perdan
la vita.
Del fuoco
Nascerà di piccol
principio chi si farà con prestezza grande. Questo non istimerà
alcuna creata cosa, anzi colla sua potenzia quasi il tutto sarà
in potenzia di transformare di suo essere in un altro.
De’ navili ch’annegano
Vedrassi grandissimi corpi
sanza vita portare con furia moltitudine d’omini alla distruzione di lor
vita.
Dello scrivere lettere da
un paese a un altro
Parleransi li omini di remotissimi
paese l’uno all’altro e risponderansi.
Degli emisperi che sono infiniti
e da infinite linie son divisi in modo che sempre
ciascuno omo n’ha una d’esse
linie infra l’un piede e l’altro.
Parleransi e toccheransi
e abbracceransi li omini, stanti dall’uno all’altro emisperio, e [‘n]tenderansi
i loro linguaggi.
De preti che dican messa
Molti fien quelli che, per
esercitare la loro arte, si vestiran ricchissimamente; e questo parrà
esser fatto secondo l’uso de’ grembiuli.
De’ frati [che] confessano
Le sventurate donne di propia
volontà andranno a palesare a li omini tutte le loro lussurie e
opere vergognose e segretissime.
Delle chiese e abitazion de’
frati
Assai saranno che lasceranno
li esercizi e le fatiche e povertà di vita e di roba, e andranno
abitare nelle ricchezze e trionfanti edifizi, mostrando questo esser il
mezzo di farsi amico a Dio.
Del vendere il Paradiso
Infinita moltitudine venderanno
pubblica e pacificamente cose di grandissimo prezzo, sanza licenza del
padrone di quelle, e che mai non furon loro, né in loro potestà,
e a questo non provvederà la giustizia umana.
De morti che si vanno a sotterrare
O umane sciocchezze, o vive
pazzie! I semplici popoli porteran gran quantità di lumi per far
lumi ne’ viaggi a tutti quelli [ch]e integralmente han perso la virtù
visiva.
Della dote delle fanciulle
E dove prima la gioventù
femminina non si potea difendere dalla lussuria e rapina de’ maschi, né
per guardie di parenti, né per fortezza di mura, verrà tempo
che bisognerà che padri e parenti d’esse fanciulle paghin di gran
prezzi chi voglia dormire con loro, ancora che esse sien ricche, nobili
e bellissime. Certo e’ par qui che la natura voglia spegnere la umana spezie,
come cosa inutile al mondo e guastatrice di tutte le cose create.
Della crudeltà dell’omo
Vedrassi animali sopra la
terra, i quali sempre combatteranno infra loro e con danni gravissimi e
spesso morte di ciascuna delle parte. Questi non aran termine nelle loro
malignità; per le fiere membra di questi verranno a terra gran parte
delli alberi delle gran selve dell’universo; e poi ch’e saran pasciuti,
il nutrimento de’ lor desideri sarà di dar morte e affanno e fatiche
e paure e fuga a qualunche cosa animata. E per la loro ismisurata superbia
questi si vorranno levare inverso il cielo, ma la superchia gravezza delle
lor membra gli terrà in basso. Nulla cosa resterà sopra la
terra, o sotto la terra e l’acqua, che non sia perseguitata, remossa o
guasta; e quella dell’un paese remossa nell’altro; e ‘l corpo di questi
si farà sepoltura e transito di tutti i già da lor morti
corpi animati.
O mondo, come non t’apri?
e precipita nell’alte fessure de’ tua gran balatri e spelonche, e non mostrare
più al cielo sì crudele e dispietato monstro.
Del navicare
Vedrassi li alberi delle
gran selve di Taurus e di Sinai, Apennino e Talas scorrere per l’aria da
oriente a occidente, da aquilone a meridie, e portarne per l’aria gran
moltitudine d’omini. O quanti voti, o quanti morti, o quanta separazion
d’amici e di parenti, o quanti fien quelli che non rivedranno più
le lor provincie, né le lor patrie, e che morran sanza sepoltura,
colle loro ossa sparse in diversi siti del mondo!
Dello isgombrare l’Ognisanti
Molti abbandoneranno le propie
abitazioni, e porteran con seco tutti e sua valsenti, e andranno abitare
in altri paese.
Del dì de’ morti
E quanti fien quelli che
piangeranno i lor antichi morti, portando lumi a quelli!
De’ frati che spendendo parole
ricevano di gran ricchezze, e danno il Paradiso
Le invisibile monete faran
trionfare molti spenditori di quelle.
Degli archi fatti colli corni
de’ buoi
Molti fien quelli che per
causa delle bovine corna moriranno di dolente morte.
[Divisione della profezia]
[ Prima delle cose degli
animali razionali, seconda delli inrazionali, terza delle piante, quarta
delle cirimonie, quinta de’ costumi, sesta delli casi ovvero editti ovver
quistioni, settima de’ casi che non possono stare in natura, come dire:”di
quella cosa quanto più ne levi, più cresce”, e riserva i
gran casi inverso il fine e deboli dal principio, e mostra prima e mali
e poi le punizioni; ottava delle cose filosofiche.
De’ cristiani
Molti, che tengono la fede
del figliolo, e sol fan templi nel nome della madre.
Del cibo stato animato
Gran parte de’ corpi animati
passerà pe’ corpi degli altri animali; cioè, le case disabitate
passeran in pezzi per le case abitate, dando a quelle un [u]tile, e portando
con seco i sua danni.
Quest’è cioè:
la vita dell’omo si fa delle cose mangiate, le quali portan con seco la
parte dell’omo ch’è morta
Delli omini che dorman nell’asse
d’albero
Li omini dormiranno e mangeranno
e abiteranno infra li alberi, nati nelle selve e campagne.
Del sognare
Alli omini parrà vedere
nel cielo nove ruine, parrà in quelli levarsi a volo e di quello
fuggire con paura le fiamme, che di lui discendano, sentiran parlare li
animali di qualunche sorte di linguaggio umano, scorreranno immediate colla
lor persona in diverse parte del mondo sanza moto, vedranno nelle tenebre
grandissimi sprendori. O maraviglia delle umane spezie, qual frenesia t’ha
sì condotto? Parlerai cogli animali di qualunche spezie e quelli
con teco in linguaggio umano, vedrai cadere di gran altura sanza tuo danno,
i torrenti t’accompagneranno …
Delle formiche
Molti popoli fien quelli
che nasconderan sé e sua figlioli [e] vettovaglie dentro alle oscure
caverne; e lì, nelli lochi tenebrosi, ciberan sé e sua famiglia
per molti mesi, sanza altro lume accidentale o naturale.
Dell’ape
E a molti altri saran tolte
le munizioni e lor cibi, e crudelmente da gente sanza ragione saranno sommerse
o annegate. O giustizia di Dio, perché non ti desti a vedere così
malmenare e tua creati?
Delle pecore, vacche, capre
e simili
A innumerabili saran tolti
e loro piccoli figlioli, e quelli scannati e crudelissimamente squartati.
Delle noci e ulive e ghiande
e castagni e simili
Molti figlioli da dispietate
bastonate fien tolti delle propie braccia delle lor madri e gittati in
terra e poi lacerati
De fanciulli che stanno legati
nelle fasce
O città marine, io
veggo in voi i vostri cittadini, così femmine come maschi, essere
istrettamente dei forti legami colle braccia e gambe esser legati da gente
che non intenderanno i vostri linguaggi, e sol vi potrete isfogare li vostri
dolori e perduta libertà mediante i lagrimosi pianti e li sospiri
e lamentazione infra voi medesimi, chè chi vi lega non v’intenderà,
né voi loro intenderete.
Delle gatte che mangiano e
topi
A voi, città dell’Africa,
si vedrà i vostri nati essere squarciati nelle propie case da crudelissimi
e rapaci animali del paese vostro.
Delli asini bastonati
O natura instaccurata, perché
ti se’ fatta parziale, facendoti ai tua figli d’alcuni pietosa e benigna
madre, ad altri crudelissima e dispietata matrigna? Io veggo i tua figlioli
esser dati in altrui servitù sanza mai benefizio alcuno; e in loco
di remunerazione de’ fatti benefizi, esser pagati di grandissimi martiri;
e spender sempre la lor vita in benefizio del suo malefattore. |