Come procedere Materiali Costi e conclusioni
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Un consiglio:
Restaurare
una costruzione vecchia, se non antica, significa soprattutto ritrovare
l'anima di quell'edificio come pure il sentimento di chi l'abbia
progettata e realizzata. Significa rispettare i sacrifici di chi ha
lavorato per essa e, in definitiva, la storia dell'uomo.
Ogni nuova aggiunta, ongi modifica all'esistente, tenga conto di questo principio e non si commetteranno errori. |
Qualora ci siano problemi di natura statica, peggio ancora se si è in zona sismica, devono essere prese le precauzioni necessarie a dare alla struttura una corretta stabilità. In altre pagine si forniscono gli opportuni accorgimenti per gli interventi del caso. Qui si indica solo la procedura su come impostare il lavoro del restauro. Naturalmente esso è diverso dalla ristrutturazione la quale prevede anche la modifica di elementi importanti o l'introduzioni di altri non esistenti. Con il restauro s'intende solo la manutenzione e la rivitalizzazione di ciò che esiste nel fabbricato.
Qualora siano evidenti infiltrazioni di umidità biogna trovare la causa e ovviare incanalando ciò che penetra nella struttura di base. Si ricordi che l'acqua è un pericolo insidioso per le murature. Giacché ne mina la resistenza portando via, lentamente, i leganti tra le pietre o i mattoni, fino a lasciarli "a secco", con tutti gli inconvenienti di una simile tipologia di parete portante. Sui muri in elevazioni bisogna cercare, eliminando, se e dove possibile, l'intonaco, le eventuali fratture nei paramenti. In quei punti si allargheranno le zone, etraendo i conci, e si risistemeranno con malta di cemento. Sarà bene usare anche il martello per controllare i punti dove si possa sentire il vuoto interno nei muri stessi. Ogni tanto si facciano dei fori passanti per agganciare i due paramenti. La tecnica delle colate di latte di cemento nelle zone scollate va usata con attenzione. Mentre molto importante è l'introduzione, senza esagerate demolizioni, secondo la qualità dell'edificio da restaurare, di cordoli all'altezza dei piani. Naturalmente in cemento armato. Sono importantissimi e necessari in zona sismica. Qualora si debbano sostituire i solai, allora si possono immettere anche se solo su metà del muro esterno. Con la calusola che si facciamo dei fori quasi del tutto passanti all'altezza delle travi. In modo da lasciare, se necessario per la forma esterna del fabbricato, i mattoni o le pietre originarie a vista. Per il tetto, se di legno, non si abbia la poco brillante idea di sostituirlo con uno in cemento armato: troppo rigido rispetto al resto, come documentato dai crolli in zone sismiche. Esso potrebbe pesare sul resto del fabbricato e farlo sbriciolare fino alla base. Meglio adottare ancora il legno, con l'avvertimento di ben ammorsarlo alle murature e sistemarlo in maniera che travi e tavole siano un tutt'uno. Una sorta di catena e di scatola che abbia la stessa rigidezza del sottostante edificio.
Nel caso di muri di pietra, archi e architravi, non si abbia la pessima idea di scarfirli con sabbiatrici e operazioni simili. Si lascino come sono, anche l'età del fabbricato bisogna che sia visibile e non modificabile. Se si devono evitare polveri dovute allo sfarinamento delle malte a base, un tempo, di calce, si usi pure del cemento e sabbia fina tra i ricorsi dei conci stessi, ponendo attenzione che sia sempre dello stesso colore. Cementi diversi forniscono tonalità differenti. I colori di ogni cosa restaurata siano simili all'originale.
Certo che il restauro prevede una preparazione maggiore del tecnico progettista e uno studio superiore rispetto alla facile demolizione del tutto. Cosa non auspicabile soprattutto nelle nostre ricche aree di civiltà e cultura, anche nei centri minori. Ma alla fine la soddisfazione, del committente, come del professionista, sarà ben ripagata. Torna all'indice di come fare per ulteriori delucidazioni sulla tua ricerca. |
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