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Come fare una parete in pietra a vista
(pagina 1 - procedura)
Parti e argomenti della scheda:
 Quali pareti a vista 
 Come procedere 
 Attrezzature e materiali 
 Sigillature delle fughe 
 Costi e conclusioni
Intervenire su un vecchio edificio non è un'operazione di semplice attuazione, non solo perchè spesso si distrugge ciò che invece andrebbe salvaguardato, anche senza volerlo, ma soprattutto perchè non sono sempre chiare le tecniche, nè sono facili da reperire le maestranze ed i progettisti esperti nel ramo. Così non è raro vedere portali in pietra smontati e sostituiti con elementi estranei alla tipologia del fabbricato, soglie lavorate a mano rotte perchè rovinate nell'aspetto, conci di pietra ben squadrata coperti da intonaco di cemento, cornicioni sostituiti con strutture in cemento armato.
La casa, ma qualunque altro tipo di edificio, va trattata come un oggetto che parla ed ha "sentimento" come può essere la proiezione della nostra sensibilità su tutti gli elementi dal valore storico ed inevitabilmente affettivo.
Se nessuno pensasse di poter conservare il nostro passato si arriverebbe al giorno che non esisterebbe più alcuna testimonianza dei luoghi e dei modi di vivere di chi ci ha preceduto su questa terra. Anche se di apparente poco valore la più piccola pietra di un muro è degna di rispetto come colui che l'ha raccolta o l'ha lavorata e la composta, insiema alle altre, a formare una parete, una casa, una dimora.
 
Un consiglio: 
Non bisogna esagerare con il voler portare a vista muri in pietrame. Non sempre sono nati a tal fine e si commetterebbe un errore a insistere laddove non c'è necessità funzionale, oltre che estetica.

  
 
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Quali pareti a vista
Il materiale di cui è fatta una struttura edilizia è quasi sempre legato alla sua storia, al suo tempo, ed al luogo in cui essa si trova. Questo è molto più valido per il passato quando i trasporti erano problematici e, ad esempio, in zone di montagna si costruivano quasi esclusivamente case in pietra e legno. 
Dunque non sarebbe molto corretto, se non per casi che andrebbero correttamente studiati dal punto di vista progettuale, eseguire i lavori che trattiamo in questa scheda in edifici che non abbiamo significativi legami con il luogo e con il tempo della loro costruzione. Onde evitare clamorosi falsi bisogna operare quasi esclusivamente su fabbricati di centri storici, su casolari, su case dal certo valore storico-artistico (anche se non eccelso).

 
Come procedere
Una volta stabilita la bontà dell'intervento (la qual cosa è la più importante e non sarebbe sbagliato lasciarsi consigliare da chi è tecnico ed esperto del restauro), si può puntualizzare come effettuare i lavori. 
Non sono necessari operai particolarmente specializzati se si seguono le indicazioni che qui vengono esposte. 
Non si commetta l'errore di operare solo su una o due pareti dell'edificio perchè sembrano quelle costruite con migliore tecnica: non si tratta di mostrare ciò può sembrare più bello, ma di rivitalizzare il modo di costruire dell'epoca. Questo alla fine sarà il risultato che dovrà dare soddisfazioni. 
Bisogna anche valutare, in ogni caso, se si tratta di un muro in pietra che non ha più intonaco o non l'abbia mai avuta, oppure se essa non abbia più significato tecnico-storico: talora non sono stati autorizzati i lavori di eliminazione dell'intonaco per vincoli di vario genere. 
Se non si è di fronte ad opere vincolate è possibile fare a meno di un progetto vero e proprio da presentare al Comune, ma è sufficiente una DIA (denuncia di inizio attività). Quindi bisogna scegliere degli operai che abbiano sensibilità verso i lavori di recupero: una buona squadra sarebbe di tre unità, ma anche in due si può operare con profitto. 

 
Attrezzature e materiali
Se è necessario staccare l'intonaco dalla parete, specialmente se si tratta di malta di cemento, bisogna usare in primo luogo il demolitore meccanico (è impensabile operare manualmente con martelli e scalpelli). Il demolitore è molto simile ad un grosso trapano con la punta che invece di girare pulsa verso il muro dove viene appoggiata. Ne esistono di vari tipi, grandezze e pesi, ormai quasi tutti elettrici. 
E' molto importante cercare di non scheggiare le pietre da lasciare poi a vista. 
Dopo questa operazione serve uno scalpello pneumatico (la pistola che funziona con il compressore) per pulire tutti gli interstizi tra le pietre dove andrà poi inserita la malta. L'acqua va usata solo alla fine quando si deve bagnare per la presa e pulire dalla polvere. 
E' anche necessaria una betoniera o una molazza per impastare la malta da utilizzare per sigillare le fughe (gli spazi tra i conci di pietra). 
La spazzola d'acciaio per pulire le pietre non deve essere usata per cercare di ravvivare il colore, ma solo per eliminare lo sporco di qualunque genere, mentre deve essere lasciato in posto la colorazione naturale assunta con il tempo. A tale proposito è deleterio l'uso della sabbiatrice per una sconsiderata convinzione che si possano rinnovare le pietre scalfendone la superficie: un falso storico ed un'operazione di pessimo gusto, dettata solo dalla ignoranza del restauro.

 
Sigillature delle fughe
La malta da usare per sigillare i giunti tra le pietre deve essere composta da una parte di cemento e da tre di sabbia fine, molto meglio se pozzolana e comunque naturale e di colore scuro. Non si consiglia l'uso dell'ossido per dare colore in quanto esso dovrebbe essere dosato esattamente per evitare macchie nella parete finale. Anche il cemento deve provenire da un unico stabilimento per evitare colorazioni diverse. Se è possibile con un solo impasto (ogni operaio, in una giornata lavorativa, può completare circa 10-15 mq. di muro già preparato) è molto meglio, sempre per questioni di sfumature di colore. 
La malta va immessa con la cazzuola nelle fughe evitando, il più possibile di coprire le pietre. Dopo un'ora o più, secondo le condizioni atmosferiche del giorno, si può procedere con la spazzola metallica a pulire i conci, evidenziandoli e incavando fin dove si ritiene utile le fughe. La migliore soluzione è quella di avere una sigillatura finale a circa due centimetri dal bordo esteriore delle pietre: questo metterà in risalto la parete specialmente con la luce radente (si consideri perciò l'illuminazione del sole da dove proviene) formando delle ombre particolari che faranno vedere e sentire il materiale con cui è costruita la struttura.

 
Costi e conclusioni
I costi non sono differenti da quelli di un intonaco normale a base di malta di cemento, anzi sono più bassi se si considera che si evitano altre lavorazioni e la pitturazione finale. Il lavoro deve essere eseguito con cura, però, per evitare spaccature e fessurazioni in cui potrebbe penetrare l'acqua piovana. Una lavorazione accurata con la spazzola d'acciaio, ma anche in plastica, può servire anche per pressare la malta e migliorarne la presa. L'uso di additivi, come l'antiumido, potrebbe risultare utile nelle zone particolarmente colpite dalla pioggia. In questo caso si tenga conto delle proporzioni precise indicate nella confezione (in polvere o liquido) e si eseguano anche delle pesature con la bilancia. L'antiumido avrà un'azione sigillante sulla malta ad un costo davvero irrisorio. 
Se si procede su edifici particolarmente importanti si può anche fare una prova su una piccola porzione di parete nascosta (anche un solo mq.) per controllare il risultato finale ed apportare eventuali correzioni.

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