Come procedere Attrezzature e materiali Sigillature delle fughe Costi e conclusioni
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Un consiglio:
Non bisogna esagerare
con il voler portare a vista muri in pietrame. Non sempre sono nati a
tal fine e si commetterebbe un errore a insistere laddove non c'è
necessità funzionale, oltre che estetica.
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Dunque non sarebbe molto corretto, se non per casi che andrebbero correttamente studiati dal punto di vista progettuale, eseguire i lavori che trattiamo in questa scheda in edifici che non abbiamo significativi legami con il luogo e con il tempo della loro costruzione. Onde evitare clamorosi falsi bisogna operare quasi esclusivamente su fabbricati di centri storici, su casolari, su case dal certo valore storico-artistico (anche se non eccelso).
Non sono necessari operai particolarmente specializzati se si seguono le indicazioni che qui vengono esposte. Non si commetta l'errore di operare solo su una o due pareti dell'edificio perchè sembrano quelle costruite con migliore tecnica: non si tratta di mostrare ciò può sembrare più bello, ma di rivitalizzare il modo di costruire dell'epoca. Questo alla fine sarà il risultato che dovrà dare soddisfazioni. Bisogna anche valutare, in ogni caso, se si tratta di un muro in pietra che non ha più intonaco o non l'abbia mai avuta, oppure se essa non abbia più significato tecnico-storico: talora non sono stati autorizzati i lavori di eliminazione dell'intonaco per vincoli di vario genere. Se non si è di fronte ad opere vincolate è possibile fare a meno di un progetto vero e proprio da presentare al Comune, ma è sufficiente una DIA (denuncia di inizio attività). Quindi bisogna scegliere degli operai che abbiano sensibilità verso i lavori di recupero: una buona squadra sarebbe di tre unità, ma anche in due si può operare con profitto.
E' molto importante cercare di non scheggiare le pietre da lasciare poi a vista. Dopo questa operazione serve uno scalpello pneumatico (la pistola che funziona con il compressore) per pulire tutti gli interstizi tra le pietre dove andrà poi inserita la malta. L'acqua va usata solo alla fine quando si deve bagnare per la presa e pulire dalla polvere. E' anche necessaria una betoniera o una molazza per impastare la malta da utilizzare per sigillare le fughe (gli spazi tra i conci di pietra). La spazzola d'acciaio per pulire le pietre non deve essere usata per cercare di ravvivare il colore, ma solo per eliminare lo sporco di qualunque genere, mentre deve essere lasciato in posto la colorazione naturale assunta con il tempo. A tale proposito è deleterio l'uso della sabbiatrice per una sconsiderata convinzione che si possano rinnovare le pietre scalfendone la superficie: un falso storico ed un'operazione di pessimo gusto, dettata solo dalla ignoranza del restauro.
La malta va immessa con la cazzuola nelle fughe evitando, il più possibile di coprire le pietre. Dopo un'ora o più, secondo le condizioni atmosferiche del giorno, si può procedere con la spazzola metallica a pulire i conci, evidenziandoli e incavando fin dove si ritiene utile le fughe. La migliore soluzione è quella di avere una sigillatura finale a circa due centimetri dal bordo esteriore delle pietre: questo metterà in risalto la parete specialmente con la luce radente (si consideri perciò l'illuminazione del sole da dove proviene) formando delle ombre particolari che faranno vedere e sentire il materiale con cui è costruita la struttura.
Se si procede su edifici particolarmente importanti si può anche fare una prova su una piccola porzione di parete nascosta (anche un solo mq.) per controllare il risultato finale ed apportare eventuali correzioni. Torna all'indice di come fare per ulteriori delucidazioni sulla tua ricerca. |
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