Giurisprudenza
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Edilizia - Urbanistica, piani e vincoli
(Sentenze pronunciate nell'anno 2012 della Cassazione, del Consiglio di Stato e del TAR)
 Parti e argomenti della scheda:
Si riportano alcune massime del 2012 riguardanti la convenzione per un'area industriale, sui risarcinenti connessi alle inadempienze, i vincoli espropriativi, le impugnazioni di piani urbanistici. Alcune sentenze trattano della inedificabilità dei suoli.
  1. Vincoli espropriativi e conformativi
  2. Comune, convenzione, urbanizzazione, inadempienza, danno, risarcimento
  3. Consiglieri comunali, piano urbanistico comunale, impugnazione, legittimazione
  4. Il vincolo di inedificabilità della cosidetta fascia di rispetto stradale
  5. Il vincolo di inedificabilità, aree non edificabili
  6. Il vincolo di inedificabilità - Indennità di espropriazione
  7. Vincoli di inedificabilità, scadenza, reiterazione, motivazione, specificità
  8. Concessione edilizia, diniego, verde privato, destinazione, vincolo, risarcimento
  9. Vincolo di inedificabilità e vincolo conformativo
  10. Vincoli non indennizzabili
  11. Verbe pubblico
  12. Vincolo di inedificabilità e piano territoriale
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  1. Vincoli espropriativi e conformativi. I vincoli espropriativi, che sono soggetti alla scadenza quinquennale, concernono beni determinati, in funzione della localizzazione puntuale di un'opera pubblica, la cui realizzazione non può quindi coesistere con la proprietà privata. Non può invece attribuirsi carattere ablatorio ai vincoli che regolano la proprietà privata al perseguimento di obiettivi di interesse generale, quali il vincolo di inedificabilità, c.d. “di rispetto”, a tutela di una strada esistente, a verde attrezzato, a parco, a zona agricola di pregio, verde, ecc.
    Il vincolo a verde rappresenta dunque espressione del potere pianificatorio di razionale sistemazione del territorio in zone omogenee, in radice diverso dal potere ablatorio preordinato all’adozione di provvedimenti di espropriazione.
    Cfr. ex multis, Cons. Stato, Sez. IV, 3 dicembre 2010, n 8531; Id., Sez. IV, 23 dicembre 2010, n. 9772; Id., Sez. IV, 13 luglio 2011, n. 4242; Id., Sez. IV, 19 gennaio 2012, n. 244. Consiglio di Stato, sezione IV, sentenza 28 dicembre 2012 n.6700
  2. Comune, convenzione, urbanizzazione, inadempienza, danno, risarcimento. In presenza di una convenzione disciplinante la concessione in superficie di un'area sita in zona destinata ad insediamenti industriali inserita nel P.I.P., con l'obbligo del Comune contenuto nel relativo disciplinare, di realizzare l'espropriazione delle aree concesse e le opere di urbanizzazione con ogni onere accessorio, risultano chiari gli obblighi di urbanizzazione assunti dal Comune che se poi non adempiuti comportano la responsabilità a carico dell'ente locale con conseguente risarcimento dei danni a favore della concessionaria. Cassazione civile, sezione I, sentenza 3 dicembre 2012 n.21597
  3. Consiglieri comunali, piano urbanistico comunale, impugnazione, legittimazione. I presupposti per la legitimatio ad agendum dei consiglieri comunali vanno verificati ab origine e cioè al momento in cui gli attori hanno proposto ricorso di prime cure e non già al momento della presentazione dell’appello.
    D’altra parte non si si può negare la sussistenza anche in sede di appello dei requisiti richiesti ai fini della legitimatio ad agendum dall’art. 100 c.p.c., sussistendo per i ricorrenti l’interesse sostanziale e processuale a contestare le statuizioni rese dal primo giudice in ordine alle censure formulate in primo grado. (Nel caso di specie, gli appellanti, consiglieri comunali di minoranza, invocando il giudicato che si era formato sulla precedente sentenza del Tar Liguria che definiva il ricorso dagli stessi proposto avverso la serie procedimentale degli atti relativa alla formazione del PUC comunale, con “annullamento dei provvedimenti impugnati”, hanno contestato la legittimità delle deliberazioni con cui l’Amministrazione, riattivando il procedimento di che si trattava, aveva controdedotto alle osservazioni, approvato il progetto definitivo di PUC e si era adeguata ai rilievi provinciali e regionali.) Riferimenti normativi: art. 78, D.Lgs. n. 267/2000; art. 100 c.p.c. 
    Consiglio di Stato, sezione IV, sentenza 02 ottobre 2012 n. 5184
  4. Il vincolo di inedificabilità della cosidetta fascia di rispetto stradale non ha natura espropriativa, ma unicamente conformativa. Il vincolo di inedificabilità della cosiddetta fascia di rispetto stradale - che è una tipica espressione dell’attività pianificatoria della p.a. nei riguardi di una generalità di beni e di soggetti - non ha natura espropriativa, ma unicamente conformativa, perché ha il solo effetto di imporre alla proprietà l’obbligo di conformarsi alla destinazione impressa al suolo in funzione di salvaguardia della programmazione urbanistica, indipendentemente dall’eventuale instaurazione di procedure espropriative. Consiglio di Stato, sezione IV, sentenza 27 settembre 2012 n.5113
  5. Il vincolo di inedificabilità, aree non edificabili. In presenza di un vincolo conformativo previsto dalla legge, non sono predicabili riferimenti di effettualità edificatoria “di fatto”, ma, ai fini del ristoro del proprietario inciso, rileva solo la distinzione tra aree edificabili “di diritto” ed aree giuridicamente “non edificabili”. Consiglio di Stato, sezione IV, sentenza 27 settembre 2012 n.5113
  6. Il vincolo di inedificabilità - Indennità di espropriazione. Per la determinazione nel caso dell'indennità di espropriazione di aree site in fascia di rispetto stradale si rende necessario considerare la destinazione urbanistica degli stessi e quindi l’incidenza del vincolo conformativo di inedificabilità, derivante dalla legge e dai relativi provvedimenti di attuazione, senza tener conto di altri possibili usi (come, ad esempio, la stessa destinazione di fatto dei suoli a parcheggio autoveicoli), in applicazione dell’art. 40 primo e secondo comma del d.p.r. 8 giugno 2001, n. 327. Consiglio di Stato, sezione IV, sentenza 27 settembre 2012 n.5113
  7. Vincoli di inedificabilità, scadenza, reiterazione, motivazione, specificità. La reiterazione dei vincoli urbanistici scaduti (oggi rientrante nella previsione di cui all'art. 9, d.P.R. 8 giugno 2001, n. 327) non può disporsi senza svolgere una specifica indagine concreta relativa alle singole aree finalizzata a modulare e considerare le differenti esigenze, pubbliche e private, in quanto l'amministrazione nel reiterare i vincoli scaduti è tenuta ad accertare che l'interesse pubblico sia ancora attuale e non possa essere soddisfatto con soluzioni alternative e deve indicare le concrete iniziative assunte o di prossima attuazione per soddisfarlo, nonché disporre l'accantonamento delle somme necessarie per il pagamento dell'indennità di espropriazione.
    In particolare, l'obbligo di motivazione in materia di reiterazione dei vincoli urbanistici scaduti sussiste anche quando la reiterazione del vincolo sia disposta in occasione dell'adozione di variante generale al p.r.g. La specificità di motivazione è, infatti, in tale ipotesi, connessa alla peculiarità della fattispecie, con la quale non viene esercitata la normale potestà programmatoria, (il cui peso è insito nel regime della proprietà e, quindi, nella configurazione ordinaria del relativo diritto), ma si incide sul contenuto naturale costituzionalmente garantito di quest'ultimo, ancorché appunto in occasione dell'esercizio di un potere programmatorio che "coesiste", però, con un'ulteriore determinazione di natura espropriativa. 
    Consiglio di Stato, sezione IV, sentenza 7 giugno 2012 n.3365
  8. Concessione edilizia, diniego, verde privato, destinazione, vincolo, risarcimento. La destinazione a verde privato di un’area rientra infatti tra le ipotesi di qualificazione delle zone territoriali omogenee di cui lo strumento urbanistico primario si compone e, anche se pone preclusione all’edificazione implicando l’esclusione della possibilità di realizzare qualsiasi opera edilizia incidente sulla destinazione a verde rimane comunque espressione delle funzioni di ripartizione in zone del territorio, senza determinare vincoli tali da escludere potenzialmente il diritto di proprietà nella sua interezza.
    Di conseguenza, la destinazione stessa non sostanzia alcun vincolo correlato al regime di decadenza conseguente all’inutile decorso del termine quinquennale contemplato ora dall’art. 9 del T.U. approvato con D.P.R. 6 giugno 2001 n. 327, come modificato dall’art. 1 del D.L.vo 27 dicembre 2002 n. 352, che altrimenti implicherebbe l’obbligo del Comune di procedere alla riqualificazione urbanistica delle aree stesse dopo la scadenza del vincolo. 
    Consiglio di Stato, sezione IV, sentenza 18 maggio 2012 n.2919
  9. Vincolo di inedificabilità e vincolo conformativo. La dichiarazione d’improcedibilità del ricorso giurisdizionale, proposto dinanzi al G.A., per sopravvenuta carenza di interesse, può essere pronunciata al verificarsi di una situazione di fatto o di diritto nuova e sostitutiva rispetto a quella esistente al momento dell’instaurazione del giudizio, sì da rendere certa e definitiva l’inutilità della pronuncia da cui viene meno per il ricorrente, infatti, qualunque utilità. Consiglio di Stato, sezione V, sentenza 13 aprile 2012 n.2116
  10. Vincoli non indennizzabili. Deve ritenersi, secondo i principi della Corte costituzionale, che i vincoli urbanistici non indennizzabili riguardano intere categorie di beni, quelli di tipo conformativo e i vincoli paesistici; mentre, i vincoli urbanistici, che devono essere indennizzati, sono quelli: preordinati all'espropriazione ovvero aventi carattere sostanzialmente espropriativo; che superano la durata non irragionevole e non arbitraria laddove non avvenga esproprio o non si avvii la procedura attuativa volta all’esproprio con l'approvazione dei piani urbanistici esecutivi; che superano quantitativamente la normale tollerabilità, in base a una concezione della proprietà ex art. 42 Cost. Consiglio di Stato, sezione V, sentenza 13 aprile 2012 n.2116
  11. Verbe pubblico. La destinazione di area a verde pubblico - verde urbano, avente validità a tempo indeterminato, è espressione della potestà conformativa del pianificatore. Consiglio di Stato, sezione V, sentenza 13 aprile 2012 n.2116
  12. Vincolo di inedificabilità e piano territoriale. Il divieto, ex art. 51, legge reg. pugliese n. 56/1980, di edificazione nella fascia costiera è un vincolo di inedificabilità assoluta preclusivo del rilascio della concessione edilizia fino all’adozione del piano territoriale e non già una misura di salvaguardia. Consiglio di Stato, sezione V, sentenza 13 aprile 2012 n.2116