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- Vincoli
espropriativi e conformativi.
I
vincoli
espropriativi, che sono soggetti alla scadenza quinquennale, concernono
beni
determinati, in funzione della localizzazione puntuale di un'opera
pubblica, la
cui realizzazione non può quindi coesistere con la proprietà privata.
Non può
invece attribuirsi carattere ablatorio ai vincoli che regolano la
proprietà
privata al perseguimento di obiettivi di interesse generale, quali il
vincolo
di inedificabilità, c.d. “di rispetto”, a tutela di una strada
esistente, a
verde attrezzato, a parco, a zona agricola di pregio, verde, ecc.
Il vincolo a verde rappresenta dunque espressione del potere
pianificatorio di
razionale sistemazione del territorio in zone omogenee, in radice
diverso dal
potere ablatorio preordinato all’adozione di provvedimenti di
espropriazione.
Cfr. ex multis, Cons. Stato, Sez. IV, 3 dicembre
2010, n 8531; Id., Sez. IV,
23
dicembre 2010, n. 9772; Id., Sez. IV, 13 luglio 2011, n. 4242; Id.,
Sez. IV, 19
gennaio 2012, n. 244. Consiglio
di Stato, sezione IV, sentenza 28 dicembre 2012 n.6700
- Comune,
convenzione, urbanizzazione, inadempienza, danno, risarcimento. In
presenza di una convenzione disciplinante la concessione in superficie
di
un'area sita in zona destinata ad insediamenti industriali inserita nel
P.I.P.,
con l'obbligo del Comune contenuto nel relativo disciplinare, di
realizzare
l'espropriazione delle aree concesse e le opere di urbanizzazione con
ogni
onere accessorio, risultano chiari gli obblighi di urbanizzazione
assunti dal
Comune che se poi non adempiuti comportano la responsabilità a carico
dell'ente
locale con conseguente risarcimento dei danni a favore della
concessionaria. Cassazione
civile, sezione I, sentenza 3 dicembre 2012 n.21597
- Consiglieri
comunali, piano urbanistico comunale, impugnazione, legittimazione. I
presupposti per la legitimatio ad agendum dei consiglieri comunali
vanno
verificati ab origine e cioè al momento in cui gli attori hanno
proposto
ricorso di prime cure e non già al momento della presentazione
dell’appello.
D’altra parte non si si può negare la sussistenza anche in sede di
appello dei
requisiti richiesti ai fini della legitimatio ad agendum dall’art. 100
c.p.c.,
sussistendo per i ricorrenti l’interesse sostanziale e processuale a
contestare
le statuizioni rese dal primo giudice in ordine alle censure formulate
in primo
grado. (Nel caso di specie, gli appellanti, consiglieri comunali di
minoranza,
invocando il giudicato che si era formato sulla precedente sentenza del
Tar
Liguria che definiva il ricorso dagli stessi proposto avverso la serie
procedimentale degli atti relativa alla formazione del PUC comunale,
con
“annullamento dei provvedimenti impugnati”, hanno contestato la
legittimità
delle deliberazioni con cui l’Amministrazione, riattivando il
procedimento di
che si trattava, aveva controdedotto alle osservazioni, approvato il
progetto
definitivo di PUC e si era adeguata ai rilievi provinciali e
regionali.)
Riferimenti normativi: art. 78, D.Lgs. n. 267/2000; art. 100
c.p.c. Consiglio
di Stato, sezione IV, sentenza 02 ottobre 2012 n. 5184
- Il
vincolo di inedificabilità della cosidetta fascia di rispetto stradale
non ha
natura espropriativa, ma unicamente conformativa. Il
vincolo di inedificabilità della cosiddetta fascia di rispetto stradale
- che è
una tipica espressione dell’attività pianificatoria della p.a. nei
riguardi di
una generalità di beni e di soggetti - non ha natura espropriativa, ma
unicamente conformativa, perché ha il solo effetto di imporre alla
proprietà
l’obbligo di conformarsi alla destinazione impressa al suolo in
funzione di
salvaguardia della programmazione urbanistica, indipendentemente
dall’eventuale
instaurazione di procedure espropriative. Consiglio
di Stato, sezione IV, sentenza 27 settembre 2012 n.5113
- Il
vincolo di inedificabilità, aree non edificabili.
In
presenza di un vincolo conformativo previsto dalla legge, non sono
predicabili
riferimenti di effettualità edificatoria “di fatto”, ma, ai fini del
ristoro
del proprietario inciso, rileva solo la distinzione tra aree
edificabili “di
diritto” ed aree giuridicamente “non edificabili”.
Consiglio
di Stato, sezione IV, sentenza 27 settembre 2012 n.5113
- Il
vincolo di inedificabilità - Indennità di espropriazione. Per
la
determinazione nel caso dell'indennità di espropriazione di aree site
in fascia
di rispetto stradale si rende necessario considerare la destinazione
urbanistica degli stessi e quindi l’incidenza del vincolo conformativo
di
inedificabilità, derivante dalla legge e dai relativi provvedimenti di
attuazione, senza tener conto di altri possibili usi (come, ad esempio,
la
stessa destinazione di fatto dei suoli a parcheggio autoveicoli), in
applicazione
dell’art. 40 primo e secondo comma del d.p.r. 8 giugno 2001, n. 327. Consiglio
di Stato, sezione IV, sentenza 27 settembre 2012 n.5113
- Vincoli
di inedificabilità, scadenza, reiterazione, motivazione, specificità. La
reiterazione dei vincoli urbanistici scaduti (oggi rientrante nella
previsione
di cui all'art. 9, d.P.R. 8 giugno 2001, n. 327) non può disporsi senza
svolgere una specifica indagine concreta relativa alle singole aree
finalizzata
a modulare e considerare le differenti esigenze, pubbliche e private,
in quanto
l'amministrazione nel reiterare i vincoli scaduti è tenuta ad accertare
che
l'interesse pubblico sia ancora attuale e non possa essere soddisfatto
con
soluzioni alternative e deve indicare le concrete iniziative assunte o
di
prossima attuazione per soddisfarlo, nonché disporre l'accantonamento
delle
somme necessarie per il pagamento dell'indennità di espropriazione.
In particolare, l'obbligo di motivazione in materia di reiterazione dei
vincoli
urbanistici scaduti sussiste anche quando la reiterazione del vincolo
sia
disposta in occasione dell'adozione di variante generale al p.r.g. La
specificità di motivazione è, infatti, in tale ipotesi, connessa alla
peculiarità
della fattispecie, con la quale non viene esercitata la normale potestà
programmatoria, (il cui peso è insito nel regime della proprietà e,
quindi,
nella configurazione ordinaria del relativo diritto), ma si incide sul
contenuto naturale costituzionalmente garantito di quest'ultimo,
ancorché
appunto in occasione dell'esercizio di un potere programmatorio che
"coesiste", però, con un'ulteriore determinazione di natura
espropriativa. Consiglio
di Stato, sezione IV, sentenza 7 giugno 2012 n.3365
- Concessione
edilizia, diniego, verde privato, destinazione, vincolo, risarcimento. La
destinazione a verde privato di un’area rientra infatti tra le ipotesi
di
qualificazione delle zone territoriali omogenee di cui lo strumento
urbanistico
primario si compone e, anche se pone preclusione all’edificazione
implicando
l’esclusione della possibilità di realizzare qualsiasi opera edilizia
incidente
sulla destinazione a verde rimane comunque espressione delle funzioni
di
ripartizione in zone del territorio, senza determinare vincoli tali da
escludere potenzialmente il diritto di proprietà nella sua interezza.
Di conseguenza, la destinazione stessa non sostanzia alcun vincolo
correlato al
regime di decadenza conseguente all’inutile decorso del termine
quinquennale
contemplato ora dall’art. 9 del T.U. approvato con D.P.R. 6 giugno 2001
n. 327,
come modificato dall’art. 1 del D.L.vo 27 dicembre 2002 n. 352, che
altrimenti
implicherebbe l’obbligo del Comune di procedere alla riqualificazione
urbanistica delle aree stesse dopo la scadenza del vincolo. Consiglio
di Stato, sezione IV, sentenza 18 maggio 2012 n.2919
- Vincolo
di inedificabilità e vincolo conformativo. La
dichiarazione d’improcedibilità del ricorso giurisdizionale, proposto
dinanzi
al G.A., per sopravvenuta carenza di interesse, può essere pronunciata
al
verificarsi di una situazione di fatto o di diritto nuova e sostitutiva
rispetto a quella esistente al momento dell’instaurazione del giudizio,
sì da
rendere certa e definitiva l’inutilità della pronuncia da cui viene
meno per il
ricorrente, infatti, qualunque utilità. Consiglio
di Stato, sezione V, sentenza 13 aprile 2012 n.2116
- Vincoli non
indennizzabili. Deve
ritenersi, secondo i principi della Corte costituzionale, che i vincoli
urbanistici non indennizzabili riguardano intere categorie di beni,
quelli di
tipo conformativo e i vincoli paesistici; mentre, i vincoli
urbanistici, che
devono essere indennizzati, sono quelli: preordinati all'espropriazione
ovvero
aventi carattere sostanzialmente espropriativo; che superano la durata
non
irragionevole e non arbitraria laddove non avvenga esproprio o non si
avvii la
procedura attuativa volta all’esproprio con l'approvazione dei piani
urbanistici esecutivi; che superano quantitativamente la normale
tollerabilità,
in base a una concezione della proprietà ex art. 42 Cost. Consiglio
di Stato, sezione V, sentenza 13 aprile 2012 n.2116
- Verbe pubblico. La
destinazione di area a verde pubblico - verde urbano, avente validità a
tempo
indeterminato, è espressione della potestà conformativa del
pianificatore. Consiglio
di Stato, sezione V, sentenza 13 aprile 2012 n.2116
- Vincolo
di inedificabilità e piano territoriale. Il
divieto, ex art. 51, legge reg. pugliese n. 56/1980, di edificazione
nella
fascia costiera è un vincolo di inedificabilità assoluta preclusivo del
rilascio della concessione edilizia fino all’adozione del piano
territoriale e
non già una misura di salvaguardia.
Consiglio
di Stato, sezione V, sentenza 13 aprile 2012 n.2116
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