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- Telefonia
mobile, impianti, piano regolatore, siti, individuazione, derogabilità.
La
selezione di aree nel cui ambito localizzare gli impianti di telefonia
mobile
non ha carattere tassativo e non preclude la possibilità di
installazione anche
al di fuori dei siti appositamente individuati dal Comune, qualora sia
utile a
garantire l’intera copertura per l’irradiazione del segnale. Consiglio
di Stato, sez. VI, decisione 20.10.2010 n. 7588
- È legittimo
il diniego di permesso di costruire parcheggi interrati in zona
sottoposta a
vincolo cimiteriale. In
materia di vincolo cimiteriale la salvaguardia del rispetto del vincolo
cimiteriale si pone alla stregua di un vincolo assoluto di
inedificabilità che
non consente in alcun modo l'allocazione sia di edifici, che di opere
incompatibili col vincolo medesimo, in considerazione dei molteplici
interessi
pubblici che tale fascia di rispetto intende tutelare e che possono
enuclearsi
nelle esigenze di natura igienico sanitaria, nella salvaguardia della
peculiare
sacralità che connota i luoghi destinati all'inumazione e alla
sepoltura, nel
mantenimento di un'area di possibile espansione della cinta
cimiteriale.
Trattandosi di un vincolo assoluto, si esclude che possa farsi
riferimento al
carattere derogatorio di cui all'art. 9 della L. n. 122/89. Anche il
parcheggio
interrato, in quanto struttura servente all'uso abitativo e, comunque,
posta
nell'ambito della fascia di rispetto cimiteriale e rientra tra le
costruzioni
edilizie del tutto vietate. Consiglio
di Stato, 19 settembre 2010, sentenza n.6671
- Strumenti
urbanistici, PRG, determinazione termini, competenza regionale.
Qualora
il vincolo del piano regolatore generale sia scaduto senza che, a
termini
dell’articolo 2, comma 1, della legge 19 novembre 1968, n. 1187, si sia
provveduto all’approvazione del piano particolareggiato ovvero
all’approvazione
del progetto esecutivo o definitivo di opera pubblica, da un lato, la
nuova
disciplina edificatoria applicabile all’area interessata corrisponde a
quella
stabilita dall’articolo 4, ultimo comma, della legge 28 gennaio 1977,
n. 10
(conforme Cons. Stato, sez. V, 18/3/2003, n. 1443; Cons. Stato
3/10/1992, n.
924; Cons. Stato, IV, 12/8/2005, n. 1468) e, dall’altro lato, siffatta
situazione di inedificabilità pressoché assoluta ha carattere
provvisorio,
dovendo l’Amministrazione procedere il più rapidamente possibile
all’obbligatoria integrazione del piano divenuto parzialmente
inoperante. Il
privato può, in tal caso, nell’inerzia dell’Amministrazione, agire in
via
giurisdizionale seguendo il procedimento del silenzio rifiuto, ai fini
della
cui formazione resta comunque ferma la necessità, tra l’altro, che sia
decorso
il termine entro il quale il provvedimento doveva essere assunto
(conforme
Cons. Stato, Sez. IV, 5/4/2005, n. 1560). Consiglio
di Stato, sez. IV, decisione 09.08.2010 n. 5451
- Diritto
urbanistico, strumenti urbanistici, principio di tipicità e
nominatività.
In
forza
del principio di tipicità e nominatività degli strumenti urbanistici,
che
discende dal più generale principio di legalità e di tipicità degli
atti
amministrativi, l’Amministrazione non può dotarsi di piani urbanistici
i quali,
per “nome, causa e contenuto”, si discostino dal numerus clausus
previsto dalla
legge. L’Amministrazione comunale può pertanto introdurre varianti e
modifiche
nella disciplina di dettaglio degli strumenti urbanistici, a condizione
che ciò
non comporti una deviazione di essi dal modello legale rispetto alla
“causa”
(ossia alla loro funzione tipica quale individuata dal legislatore)
ovvero al
“contenuto” (ossia a quello che dovrebbe essere l’oggetto dell’attività
di
pianificazione, sempre alla stregua del dato normativo di riferimento);
tale
facoltà trova il proprio fondamento, a livello costituzionale,
nell’ultimo
comma dell’art. 117 Cost., laddove ai Comuni è attribuita la potestà
regolamentare nelle materie di loro competenza (conformi Cons. Stato,
sez. II,
10/12/2003, parere nr. 454; Cons. Stato, sez. IV, 7/11/2001, nr.
5721). Consiglio
di Stato, sez. IV, decisione 13.07.2010 n. 4545
- Utilizzo
pubblico, vincolo di destinazione, trasformazione, non edificabilità. Qualora
una zona sia vincolata ad utilizzo per pubblica utilità, che non ne
tollera lo
sfruttamento da parte di privati neppure attraverso strumenti di
convenzionamento, tale classificazione apporta un vincolo di
destinazione che
preclude ai privati tutte quelle forme di trasformazione del suolo che
sono riconducibili
alla nozione tecnica di edificazione e che sono, come tali, soggette al
regime
autorizzatorio previsto dalla vigente legislazione edilizia, con la
conseguenza
che l’area va qualificata come non edificabile. Cassazione
civile, sez. I, sentenza 21.06.2010 n. 14940
- Vincolo
cimiteriale - Fabbricati non destinati ad
abitazione e di carattere pertinenziale - Inedificabilità assoluta. Il
vincolo a zona di rispetto
cimiteriale previsto dall’art. 338 del T.U.LL.SS. comporta (v., per
tutte,
recentemente, Cons. Stato , IV, 27.10.2009, n. 6547) inedificabilità
assoluta
dell’area, e tanto vale indipendentemente dal tipo di fabbricato, anche
non
finalizzato all’abitazione e di carattere pertinenziale. Il vincolo,
infatti,
risponde ad una triplice funzione: di assicurare condizioni di igiene e
di
salubrità, di garantire tranquillità e decoro ai luoghi di sepoltura,
di
consentire futuri ampliamenti dell’impianto funerario. Pres. Radesi,
Est. La
Guardia - P.N. (avv. Terlizzi) c. Comune di Firenze (avv.ti Minucci e
Selvaggi)
- TAR
TOSCANA, Sez. III - 11 giugno 2010, n.1815
- Destinazione
d’uso di immobili, uso incompatibile con la residenza, inammissibilità. Nell'ambito
dell’esercizio della propria competenza in tema di gestione del
territorio l’Amministrazione
Comunale ha la facoltà di individuare, con lo strumento urbanistico, le
destinazioni d'uso non ammissibili con la residenza nelle diverse aree
oltre
che le variazioni necessarie (nel caso di specie, il Consiglio di Stato
ha
ritenuto corretta l’inammissibilità di discoteche, sale da ballo, sale
giochi e
sale giochi a tema, data la loro incompatibilità con la residenza in
virtù del
forte richiamo e concentrazione d’utenza per attività che si svolgono
prevalentemente negli orarti notturni in zone non idonee e non
attrezzate per
tali funzioni extra residenziali). Consiglio
di Stato, sez. IV, decisione 08.06.2010 n.3589
- Strumenti
urbanistici, piano particolareggiato, lotti di completamento, comparti
edificatori.
Il regime
urbanistico da applicare nei piani particolareggiati, va individuato
sulla base
non di astratti richiami alle nozioni di “comparto” e di “lotto”, bensì
dell’esame delle concrete statuizioni delle N.T.A. Si vuol dire, in
altri
termini, che la nozione di “progetto unitario” non è detto comporti
sempre la
necessità di una sua estensione alla totalità dei proprietari inseriti
nella
zona (e, quindi, non è astrattamente escluso che in talune ipotesi
possa essere
soddisfatta con l’intervento soltanto di alcuni proprietari), ma che
certamente
individua la necessità di una progettazione esaustiva e completa, se è
pretermessa alcuna delle porzioni dell’area interessata. Consiglio
di Stato, sez. V, decisione 13.05.2010 n. 2879
- Regioni,
impianti di telefonia, disciplina, rapporti.
È
illegittimo il regolamento comunale che, in materia di installazione di
impianti di telefonia mobile, contiene prescrizioni che non
costituiscono
espressione di pianificazione urbanistica, ma di tutela della salute e
ciò in
quanto la l. quadro 22 febbraio 2001, n. 36 ha attribuito
esclusivamente allo
Stato la funzione di fissazione dei criteri e dei limiti rilevanti ai
fini
della protezione della popolazione dalle potenzialità nocive insite
nell'esposizione ai campi magnetici. Consiglio
di Stato, sez. VI, decisione 28.04.2010 n. 2436
- Regione,
poteri, Comune, rapporti. La
regione non può stralciare singole previsioni urbanistiche dallo
strumento
comunale. Consiglio
di Stato, sez. IV, sentenza 31.03.2010 n. 1840
- Standard
urbanistici - Principi - Concetto - Opere di urbanizzazione primaria -
Dimensionamento - Imposizione di vincoli espropriativi - Attribuzione
di
cubatura su altri terreni. In
materia di standard urbanistici sono stati elaborati alcuni principi
che si
possono così riassumere: (a) il concetto di standard urbanistico non
deve
essere definito formalisticamente ma si estende a qualunque servizio di
interesse pubblico e generale, sia esso gestito dall’amministrazione o
dai
privati; (b) gli standard urbanistici si distinguono dalle opere di
urbanizzazione
primaria in quanto rispetto all’infrastrutturazione di base sono
qualcosa di
aggiuntivo, che può essere considerato necessario solo in una visione
urbanistica di qualità; (c) per alcuni standard urbanistici sono
fissate dalla
legge regionale le misure minime, tuttavia ogni comune è autonomo nella
scelta
della misura complessiva; (d) nel dimensionamento degli standard
urbanistici si
devono considerare anche eventuali flussi di utenza aggiuntivi rispetto
a
quelli della popolazione residente; (e) qualora i servizi siano svolti
da
privati l’amministrazione deve assicurarne la destinazione pubblica
attraverso
convenzioni; (f) qualora la previsione di standard urbanistici si
traduca
nell’imposizione di vincoli espropriativi è necessaria una valutazione
economica
relativa alla sostenibilità della spesa per gli indennizzi; (g) in
alternativa
(o anche congiuntamente) agli indennizzi può essere utilizzata la
perequazione
urbanistica nella forma dell’attribuzione di cubatura su altri terreni.
Pres.
Petruzzelli, Est. Pedron - L.B. (avv.ti La Spada e Noschese) c. Comune
di Nave
(avv. Gitti) - TAR
LOMBARDIA, Brescia, Sez. I - 22 febbraio 2010, n.
869
- Piano
regolatore, destinazione d’uso, interesse ad agire, precisazioni. La
circostanza
che la destinazione d'uso sia artigianale non comporta la carenza di
interesse
alla impugnazione dei criteri di programmazione commerciale in quanto
quello
che rileva non è la destinazione d'uso in atto quanto la destinazione
d'uso
prevista, per la zona in cui è collocato l'immobile dal P.R.G. e che
gli atti
impugnati impediscono di attuare di talché il ricorso presentato dalla
società
costituisce proprio lo strumento di difesa al mutamento della tipologia
della
zona e di tutela della proprietà e delle potenzialità e facoltà ad essa
connesse. Consiglio
di Stato, sez. V, sentenza 03.02.2010 n.474
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