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Il problema
della sordità |
La
sordità affligge soprattutto gli anziani per una serie di fatti che
avvengono all'interno dell'organo dell'udito. In questa pagina,
naturalmemnte, non si parlerà di medicina e di guarigione, ma
solamente di come scoprire se ci sia veramente un problema di sordità
nell'apparato fisico. Bastano pochi accorgimenti per scoprirlo e un metodo
semplice e sperimentabile da tutti.
Ecco come fare.
Non
occorrono attrezzi di nessun genere ed esplorazioni con macchinari
tecnici e a disposizione dei medici del ramo. Basta una piccola prova
usando soltanto le dita delle mani e le unghie. Difatti si può far
schioccare le unghie del pollice e dell'indice tenendo le dita ben
dentro ciascun padiglione delle due orecchie. Poi bisogna valutare se
il rumore emesso sia molto simile a un ramo che si spezzi di colpo:
qualcosa di netto e secco, paragonabile a uno sparo. Il controllo vale
a confrontare come si sente dall'uno e dall'altro orecchio. Qualora il
rumore sia come riferito poc'anzi e identico in entrambi i casi,
significa che la sordità potrebbe essere soltanto apparente,
diversamente vuol dire che uno dei due orecchi sia afflitto da un
problema. Naturalmente questo non significa che
si può fare a meno dell'otorino, ma vale come metodo di valutazione
empirico per essere certi di doversi servire di un medico tecnico del
ramo. Del resto, se tale operazione viene ripetuta nel tempo, si avrà
anche una valutazione su sé stessi di come l'udito si possa
mantenere ina,lterato nel corso degli anni. Inoltre può essere utile
per scoprire eventuali tappi di cerume da eliminare per avere un
ascolto più chiaro.
Non occorre andare
sempre dal medico per ogni ipotetico sintomo di un qualche male. Molto
spesso si tratta solamente di supposizione e il tempo che si perde
per sentirsi dire di star bene è buttato via. Si dice "medice cura te ipsum", un detto latino che tradotto può valere il nostro "ognuno è medico di sé stesso".
Difatti chi non si conosce bene avrà sempre bisogno degli altri per
sapere come ci si sente. E il timore di avere malanni ci fa diventare,
più spesso di quanto si creda, malati immaginari.
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