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Sono numerosissimi
gli strumenti che usano le batterie per funzionare. Non soltanto per la
comodità di non avere un filo della corrente che intralci il lavoro di
ogni giorno, quanto per la poca energia che essi adoperano. Così
il problema sorge quando ci si accorge che le batterie hanno
un
costo e il consumo può essere più o meno elevato. La soluzione?
Usare
le batterie ricaricabili che costano un po' più di quelle non
ricaricabili ma che consentono un notevole risparmio se si possono
adoperare centinaia di volte. Allora ci vuole un attrezzo che si chiama
caricabatterie.
In
commercio ce ne sono
di molteplici tipi e di svariate caratteristiche. Qui esaminiamo quali
di queste siano necessarie per avere uno strumento che sia efficace al
massimo mantenendo un prezzo accessibile.
- Tipi di batterie da ricaricare.
Prima di tutto bisogna considerare che ci sono varie misure di
batterie, con altrettante diverse caratteristiche elettriche. Basta
soltanto sapere che la forma spesso determina pure una tipologia non
soltanto esterna. Dunque un caricabatterie che si rispetti deve avere
la possibilità di caricare vari tipi di batterie. Dalle più piccole,
del tipo sottili e lunghe quasi come un mignolo, a quelle più grandi,
comunemente chiamate torce, pià spesse di un dito pollice. Se si pensa
di usare anche le batterie del tipo quadrato, a forma di
parallelepipedo, allora il caricabatterie deve fornire anche questa
possibilità di caricamento. Insomma più possibilità ha e meglio è. Non
si compri un caricabatterie che consente di caricare solamente due
tipologie di batterie. Ce ne pentiremmo. Che ci siano spazi per almeno
quattro batterie in contemporanea, così come ci sono strumenti che
hanno bisogno di questo numero di batterie per funzionare.
- Controllo della carica.
Un'altra
caratteristica importante è che si spenga automaticamente appena finita
la carica. Si tratta di un led che ormai hanno quasi tutti
questi
strumenti. Non, però, un controllo dello stato di carica che permette
di visualizzare come una data batteria sia carica e dove sia arrivata
durante il processo di ricarica.
Inoltre il caricabatterie deve anche saper scaricare, meglio se
automaticamente, la batteria che si inserisce per ricaricarla. Il fatto
è che se le batterie non sono del tipo al litio, come lo sono quelle
dei cellulari, ma esse costano troppo e se ne trovano poche in
commercio, allora hanno il cosiddetto effetto memoria. Ossia se non
sono del tutto scariche al momento della ricarica, la parte ancora
carica viene rovinata chimicamente all'interno e non è più capace di
immagazzinare energia. La batteria, se non viene del tutto scaricata,
prima di ricaricarla, diviene di una capacità inferiore. Di questo
passo la stessa non sarà più capace di immagazzinare nessuna quantità
di energia. Si esaurirà del tutto.
- Il tempo di ricarica.
Importante
è anche il tempo che il caricabatterie impiega per ricaricare le
batterie scariche. Ce ne sono di quelli che impiegano anche un paio di
giorni. E' mai possibie aspettare tanto? Dunque che si scelgano i tipi
che in un massimo di tre ore riescano a completare la ricarica.
- Refresh. La
possibilità di rinfrescare la batteria, ossai di rianimarla e di farla
durare più a lungo e con maggiore efficienza è data dall'opzione di
refresh del caracabatterie. Si tratta di un controllo automatico o
mediante un pulsante che verifica se la batteria possa essere
conservata con un ciclo di carica e scarica continuo fino a
determinarne la migliore capacità di archiviare energia. Molto utile
specialmente se si usano le suddettte batterie saltuariamente.
- Meno plastica.
Se il caricabatterie ha elementi mobili, per adattarsi alle diverse
dimensioni delle batterie, che non siano di plastica, o si faccia
attenzione almeno che le parti che si muovono non siano di tale
materiale. Nel caso che, molto frequente, si rompano, non sarebbe più
possibile usare quella parte del caricabatterie. Succede spesso con
prodotti cinesi che, seppure costano meno, valgono altrettanto molto
meno.
- L'allaccio alla corrente.
Un caricabatterie serio non sarà mai senza filo di allaccio alla
corrente. Questo per vari motivi. Il primo di essi si riferisce al peso
dell'elemento. Se è troppo leggero vorrà anche dire che il
trasformatore interno è di poca capacità e nel breve potrebbe subire un
corto circuito bruciando i sottili fili di rame. Se è pesante si
piegherebbe e potrebbe non funzionare a un certo punto della ricarica,
lasciando le batterie mezze vuote di energia. Il filo, diversamente,
consente di poggiare l'attrezzo dove si vuole e anche di tenerlo meglio
sotto osservazione. Inoltre il filo fa capire che si tratta di un
prodotto più professionale.
- Le dimensioni.
Se ci sono sei o più posti per le batterie è anche evidente che le
dimensioni dell'oggetto sono maggiori. Ma vi è da dire che significa
pure come le componenti elettriche ed elettroniche interne sono più
capaci e affidabili e meno soggette a bruciature per il riscaldamento.
Giacché tutto ciò che consente il passaggio di corrente elettrica si
riscalda. Meglio se si riesce anche a raffreddare con una certa
rapidità. Perciò le dimensioni del caracabatterie sono anche sintomo di
qualità e sicurezza.
- Il costo.
Quanto può costare un caricabatterie del genere? Non eccessivamente se
si considera che anche quelli di modeste dimensioni sono quasi allo
stesso livello di prezzo. Si consiglia di non superare, anche per
questioni di risparmio effettivo con le numerose ricariche che il
prodotto consente, la soglia di 18,00 euro.
Per
ricaricare le batterie ricaricabili basta seguire le poche sitruzioni
che sono allegate al prodotto. Si tratta di inserire le stesse
nell'alloggiamento adatto, secondo le dimensioni, e infilare la spina
nella presa di corrente.
Si stia ben attenti a non usare le normali
batterie non ricaricabili. Nel caso, il riscaldamento interno dei
componenti farebbe uscire dell'acido dalle batterie che potrebbe
rovinare per sempre il caricabatterie.
Se
un caricabatterie
costa 18,00 euro e le batterie ricaricabili anche un solo euro l'una, è
facile fare un po' di conti. Bisognerebbe sapere quante volte si riesce
a caricare una batteria. Le case produttrici parlano di 500 volte e
anche di 1000. Ma vale la pena di accontentarsi di ottenere decine,
massimo cento ricariche. In modo tale che l'incidenza su quanto è stato
pagato il caricabatterie sia di pochi centesimi, se non meno. Difatti
una normale batteria non ricaricabile costa almeno 25 centesimi.
Facendo
un po' di conti con i dati sopra menzionati si ha che dopo quattro
ricariche si è ripagata la batteria ricaricabile. E dopo cento cicli di
batterie ricaricate, contaggiando numero di batterie per ricarica,
(ossia venticinque ricariche di quattro batterie), si avrà anche che il
caricabatterie comincia a lavorare gratis.
Un bel risparmio, considerando che il consumo di corrente è
insignificante.
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