Come si elenca nell'articolo 536, i figli sono legittimari, senza differenziazione fra legittimi, nati dentro il matrimonio, e naturali, nati fuori dal matromonio. Cioè a essi è riservata, per legge, una quota del patrimonio all'apertura della successione.
La norma prevede due distinti casi, oltre a quello in cui ci sia la presenza contemporanea del coniuge di cui si parla nell'articolo 542. Nel primo si stabilisce che se il figlio sia soltanto uno, allora gli spetta il 50% dell'eredità. Se, invece, ci siano più figli, a essi spettano i due terzi del patrimonio (il 66,6%), da suddvidere in parti uguali secondo il numero dei figli. Qualora costoro (uno o più figli del de cuius) fossero deceduti, subentrerebbero nell'eredità, come spiega l'art.536 suddetto, i loro discendenti che si dividerebbero quanto stabilito, secondo i due casi, l'articolo 537.
Nell'ultimo comma si prevede come sia possibile soddisfare in denaro o in immobili, perché potrebbero ereditarsi anche, per esempio, azioni o diritti d'autore, la porzione che spetta ai figli naturali. Nel caso che questi si oppongano a ciò, deciderà il giudice. Cioè bisognerebbe rivolgersi a un avvocato e poi al tribunale, con tutte le spese e i tempi che questa procedura comporta.
Qualora ti occorresse un software che stabilisca le quote di un'eredità, vai a questa pagina. Se ti può essere utile la nostra consulenza, vai a questa pagina.