Scritte antiche e nuove sulle pareti del centro storico

Scrivere sulle pareti delle case, come tipo di comunicazione economica, rapida ed efficace, è un metodo usato fin dai tempi antichi. Chi ne vuole una dimostrazione può andare a visitare gli scavi di Pompei, dove leggerà sui muri gli inviti a votare tizio o caio, risalenti alle elezioni del 79 dopo Cristo. Fu allora che la cenere e i lapilli, provenienti dall’eruzione del Vesuvio, seppellirono ogni cosa di quella città conservandola fino a noi.
Ma le scritte sui muri sono continuate nei secoli e basti pensare all’epoca del fascismo, quando anche Frosolone ebbe le tante frasi che campeggiavano sugli intonaci bianchi delle case. Ancora oggi si intravedono frammenti di lettere qua e là, ma fino a qualche decennio fa si potevano vedere chiaramente le intere scritte.

Allo stesso modo, possiamo osservare ancora, in paese, qualche iscrizione direttamente sul muro che risale alla fine del milleottocento, come si legge nella data riportata.
Dunque, al pari dell’architettura, anche l’urbanistica è un mezzo di comunicazione di massa, qualora ci fosse bisogno di ribadirlo. Essa è capace di parlarci anche apertamente, senza bisogno di interpretare la sua forma, i suoi elementi, i suoi materiali, oppure senza necessità di conoscere il suo linguaggio particolare.