La riforma
cluniacense
Per interpretare meglio l’anno
1000 e le costruzioni religiose
dell’epoca, quelle
relative alla nostra religione,
occorre sapere qualcosa della riforma cluniacense.
A Cluny, in Francia, nel 910 fu fondato un monastero guidato
dall’abate Bernone. Qualche secolo prima san Benedetto aveva fondato il
monachesimo occidentale che, però, era decaduto soprattutto per le
instabili condizioni
politiche e sociali generate dalle invasioni. Ma i motivi erano anche
che esisteva
una certa povertà e le abbazie dipendevano dai signori locali che le
controllavano.
A seguito della donazione di Guglielmo il Pio, duca di
Aquitania, si costruì il monastero di Cluny con lo scopo rilevabile dal
documento
attestante la fondazione: “Stabilisco con questo dono che a Cluny sia
costruito
un monastero di regolari in onore dei santi apostoli Pietro e Paolo, e
che ivi
si raccolgano monaci che vivono secondo la Regola di san Benedetto…”
Dunque da
Cluny partì un profondo rinnovamento della vita monastica, per ricondurla alla sua
ispirazione originaria
di san Benedetto. I monaci cluniacensi, tra l’altro, volevano che anche
l’architettura
e l’arte contribuissero alla “bellezza e solennità” dei riti religiosi.
Ma la riforma cluniacense riguardò non soltanto lo spirito, con
la carità per i bisognosi, la preghiera e il silenzio, la pace fra i
popoli in
un periodo di guerre continue, per esempio con la promozione delle
“tregue di
Dio” e la “pace di Dio”, ma anche l’economia. I monasteri difatti, con
le loro proprietà,
fecero sviluppare gli scambi commerciali, generando ricchezza nella
gente.
In
quest’ambito sociale e storico anche Frosolone subì il fascino della
riforma
cluniacense. Una chiesa precedente paleocristiana, localizzata in Largo
Vittoria, allora dovette essere ristrutturata, se non del tutto
ricostruita (forse
dopo i danni del terremoto dell’848). Non è possibile datare la chiesa
con la
stessa precisione usata per i leoni stilofori che ci sono rimasti
(vedasi la foto
della piazza con i leoni ora ai piedi di una croce stazionaria).
Difatti questi
ultimi potrebbero essere stati aggiunti in seguito. Tuttavia resta il
fatto che
la riforma cluniacense ebbe una funzione precisa nella
crescita di Frosolone intorno
all’anno 1000, cioè con la seconda fase urbana di cui si è parlato
altrove. Difatti
il periodo della diffusione di tale riforma combacia con l’epoca del
forte sviluppo
demografico e dei centri urbani, continuata con la nascita dei comuni.
Nell’analisi
urbanistica del centro storico di cui stiamo trattando, pertanto, la
riforma
cluniacense, seppure apparentemente interessante soltanto per il
monachesimo,
fu importante con riferimento all’architettura della chiesa di San
Pietro presente
allora in Largo Vittoria e all’intera comunità di Frosolone.