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Il resoconto delle vittime secondo il libro di Giuseppe Saverio Poli
 

Resoconto dei morti per terremoto nel libro di Giuseppe Saverio Poli

Il libro di Poli è l’unico testo che espone un quadro generale dei paesi colpiti dal terremoto del 1805 “Delle Città, e Terre del Contado di Molise”. In esso, per ogni comune, sono indicati gli abitanti, i morti e i feriti, ma i dati non sono sempre coerenti e vediamo perché.

Per molti di essi il numero dei morti è equiparabile al numero dei feriti. Per esempio, Carpinone è indicato con questa sequenza (abitanti, morti, feriti) 2000, 50, 49 oppure Sant’Angelo in Grotte 1048, 64, 109. Per Frosolone, invece, si hanno i seguenti dati di abitanti, morti e feriti rispettivamente: 4000, 1000, 46 mentre per Isernia si indicano 6000, 1000, 50. In entrambi questi ultimi due casi si parla di paesi quasi completamente distrutti (nel caso di Frosolone si dice letteralmente “Adeguato al suolo quasi per intero” con pari significato, mentre a pagina 128 esiste un elenco dei comuni “distrutti per intero” e, tra essi, c’è Frosolone). Come si nota, esiste una equivocità tra distrutto “quasi per intero” detto in una pagina e “per intero” scritto in un’altra pagina. Qui bisogna fare un’analisi dei dati quasi che fossero aggettivi e non sempre numeri precisi, così come occorre valutare gli aggettivi al pari di impressioni e non sempre corrispondenze con la verità. In sostanza i 1000 morti di Frosolone, come gli altrettanti di Isernia, sono da interpretarsi come tantissimi, senza specificazione della quantità. Dunque un numero imprecisato similmente a quello degli abitanti. In altri casi, difatti, i numeri del resoconto di Poli sono piuttosto puntuali, privi di arrotondamento.

Lo stesso autore sostiene di riportare dati indicati da altri, così come narra di situazioni ricavate dal giornale di un certo ingegnere Bernardino Musenga. L’elenco dei morti è di un esponente della polizia, ma si può notare che, per molti comuni, mancano il numero degli abitanti o dei morti o dei feriti, lasciandoci nel dubbio se bisogna intendere zero.
Le incongruenze principali del resoconto riportato nel libro di Poli sono le seguenti:

  • non è credibile che, a fronte di 1000 morti per Frosolone, ci siano stati solamente 46 feriti; logica vuole che i feriti siano sempre più dei morti, così avviene in tutti i terremoti e ancor più in casi con costruzioni poco resistenti; qui non è dato capire che gravità si associ al concetto di ferito;
  • la medesima incongruenza si può notare per il caso di Isernia, il che sta a significare come i dati siano piuttosto superficiali e, dunque, riferiti molto probabilmente a una prima fase dei rilievi poi non portati a termine o impossibili da completare;
  • non esiste una logicità di danno tra la rappresentazione delle rovine, in riferimento soprattutto alla nostra Frosolone, e la conseguenza in termini di vittime; cioè è difficile capire come un paese sia distrutto completamente, (o quasi, a voler credere a una delle due affermazioni contenute nel libro) e abbia solamente un quarto della sua popolazione conteggiato fra i morti (lo vedremo di seguito);
  • nemmeno è credibile che Frosolone avesse precisi 4000 abitanti, anche in questo caso pare che sia una stima superficiale, mentre per altri paesi esiste un numero che non termina con tre zeri;
  • come già si è detto in un precedenza, il Poli tratta del terremoto come se scrivesse un romanzo di fantasia, rendendo molto meno credibile anche qualche informazione che dovesse essere veritiera.

Con la lettura del libro di Giuseppe Saverio Poli ci si convince ancora di più del concetto contenuto nella nota frase di George Santayana (filosofo, scrittore, poeta e saggista spagnolo): “La storia è un mucchio di bugie su eventi che non sono mai successi, raccontati da persone che non erano lì”. Purtroppo il terremoto del 1805 ci fu davvero e, per ricostruire con metodo del tutto diverso il numero dei morti, occorre sapere quanti abitanti aveva Frosolone prima del 26 luglio di quell’anno. Solo così si potrà procedere a una stima il più attendibile possibile delle vittime.

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