La porta del
quartiere San Pietro
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all'indice generale degli argomenti sull'ambiente.La porta San Pietro ha una particolarità che appare subito evidente: essa è più stretta delle altre due. Inoltre è posta sotto un edificio che pare di più recente costruzione rispetto alle tipologie degli altri casi. Qui si tratta, addirittura, di un condominio. Oggi non sono visibili gli appoggi per il telaio, come sono presenti nei casi precedenti, e nemmeno ci sono tracce di fori nella parte alta, dov’erano infilati i due montanti laterali. Tuttavia, almeno su un fianco, sono evidenti i segni di lavori che potrebbero aver demolito ciò che vi era in origine. La larghezza è di circa due metri e ciò fa pensare che si sia mantenuta tale nel tempo, ma soltanto dopo che furono eseguiti delle opere per ovviare a una evidente problematica. Si scopre tale errore di progettazione urbana, se così vogliamo definirlo per il momento, ricordando che le strade del centro storico di Frosolone furono disegnate considerando gli agenti atmosferici e, in particolare, l’acqua piovana. In realtà, pare strano che la sagacia nel disegnare questo organismo, usata in tutti i casi, si sia persa per una banalità. Si è detto, difatti, che le acque meteoriche erano incanalate sempre verso le porte della città, scorrendo lungo i numerosi vicoli in pendenza. Quest’ultima era valutata smistando le portate in maniera omogenea. Abbiamo dei casi in paese che dimostrano una tale precisa attenzione. Se ne parlerà nelle pagine successive. Ma che succedeva se una porta urbana era troppo misera come ampiezza per scaricare all’esterno quantità eccezionali di acqua? È evidente che il passaggio diventava un fiume non attraversabile comodamente, oppure la zona si trasformava in un lago se, per caso, si fosse scatenato un temporale di notte o se la neve abbondante si fosse sciolta rapidamente in una giornata di sole. Ciò spiegherebbe la presenza di una interruzione del percorso lungo strada Manzoni, la strada primaria che raggiunge porta San Pietro. |
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