Un muretto
che, una volta, serviva per oltrepassare un torrente Il muro era di pietre a secco, ancora oggi ciò che è rimasto di esso è così, con i massi rosolati al sole e alla neve, diventati di un colore azzurrognolo, quasi come il mare in tempesta o il cielo scuro in attesa di un terribile temporale. Il tempo, gli anni, i secoli lo hanno pitturato a modo loro per farne ricordare la sua età. È stato proprio così che, mettendo insieme vari indizi, ho svelato a me stesso la funzione di quel lungo muretto perpendicolare a via Tevere e infilato nei terreni appena fuori delle case del quartiere Sant’Angelo. Lo si percorreva sul suo spessore ma non poteva essere tanto massiccio e tanto alto per separare due proprietà. A che pro? Per evitare che i padroni si guardassero in faccia? Ma allora si sarebbe creato un diritto di affaccio a favore del suolo poco più in alto: assurdo e contraddittorio. E sarebbe strano anche che fosse soltanto un viottolo sopraelevato per raggiungere le case più interne dell’abitato. Se fosse così, il percorso o la servitù di passaggio poteva essere tracciata tra i due terreni, sacrificando una porzione di orto corrispondente alle stesse dimensioni dello spessore del muro (circa mezzo metro), senza dover costruire alcunché e con una certa economia e praticità. Via Tevere è un toponimo che si riferisce a ciò che l’attraversava: un torrente. Il muretto, posto nella direzione di vico Catalano di fronte, è la parte restante di un antico ponte pedonale che consentiva di oltrepassare il torrente per recarsi sull’altro lato di Frosolone, probabilmente quando già esisteva una zona costruita sul lato opposto o s’iniziava a realizzarla. Se è così, come ho cercato di indicare nel disegno sulla stessa foto dell’esistente, significa che si tratta di un rudere da conservare e restaurare. Ancor più dopo i danni provocati dai lavori per il parcheggio. Il ponticello era una prima cucitura tra le due zone della cresciuta urbana di Frosolone. Dopo, quando il torrente per qualche motivo non passò più lungo l’attuale tracciato di via Tevere, ci furono le strade, come strada Mario Pagano, a cucire fra loro le due suddette fasi urbane. |
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