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La pietra degli Ospitalieri
 

Una pietra da interpretare

Esiste una pietra in larghetto dell’Allegria con al-cune iscrizioni da decifrare. Ho riflettuto a lungo su come interpretate quelle lettere che, così era uso al tempo, non componevano interamente le parole.

pietra degli ospitalieri del 1605

Al pari di altre iscrizioni presenti nella chiesa madre di Santa Maria, avevo creduto che la V fosse da leggere come una “U”, per cui pensavo al participio presente di un verbo (“fuicen”). A prima vista molti avrebbero ritenuto che fosse il nome di un uomo “VINCENZO”. Mentre per OSPA avevo intuito subito che si trattasse degli Ospitalieri. Dunque poteva essere una parte di una più lunga iscrizione. Nella seconda riga era chiaro che fosse “anno 1605”. Eppure non ero del tutto convinto.
Una interpretazione che ritengo fantasiosa, dell’architetto Franco Valente, mio collega e amico, dice quanto segue (è stata prelevata dal suo sito web):

Credo che possa essere così interpretata:
“Francesco VINCENZO SP…A Fece nell’anNO 1605”
Sulle lettere SPA vi è il segno di una abbreviatura per contrazione…[omissis]
SP…A potrebbe significare SPERANZA o qualcosa del genere, ma non so se a Frosolone in quel periodo vi fosse una famiglia con quel nome.
Quindi il personaggio che ha fatto fare la croce doveva essere particolarmente conosciuto a Frosolone. Non era certamente un nobile e neppure un feudatario, ma una persona comunque prestigiosa.
[omissis]
Dunque si riferisce a un personaggio che fece qualcosa in quell’anno e che apparteneva al priorato dei Cavalieri di Malta e come tale autorizzato a fregiarsi dell’insegna dell’Ordine.
Forse nel 1605 costruì una casa (come credo) o una fontana o qualcosa che affacciava sulla pubblica via.
Ecco la mia interpretazione motivata. Tra la prima F e la V esiste un punto, ossia una netta distinzione di parole. Così esiste un segno di collegamento fra la lettera P e la A per formare la parola in parte sottintesa. Inoltre c’è una tilde sulla lettera N che significa un’abbreviazione della parola. Tutti questi simboli si usavano per ricostruire parole evidenti, come noi scriviamo “S.” per indicare “santo” o “santa”.
Per completare la lettura occorre sapere il senso della data 1605. La croce in alto è il simbolo degli Ospitalieri, un ordine religioso cavalleresco di cui si è più volte parlato in precedenza. Si è accennato che essi iniziarono come ordine ospedaliero benedettino costituendosi idealmente nel 1005, quando l’Imam fatimide al-Hakim distrusse, a Gerusalemme, l’ostello dei pellegrini. Negli anni successivi, gli Ospitalieri partirono da Amalfi e Salerno per andare a ricostruire quell’hospitale. Dunque esiste un collegamento fra le due date 1005 e 1605 della pietra. Se è così, come pare evidente, non esiste nessun Francesco Vincenzo Speranza (se fosse stato un nome, poteva essere anche Fernando Vincenzo Spina o altri ancora, indefinitamente), perché VI è un numero romano.
Questa è la mia interpretazione dell’iscrizione di larghetto dell’Allegria:
F(atto nel) VI CENT(na)R(io degli) OSP(it)A(lieri)
F(ebbraio dell’an)NO 1605.
Cioè “Fatto nel sesto centenario degli Ospitalieri nel febbraio dell’anno 1605” e, difatti, nel 1605 erano trascorsi seicento anni dalla nascita dei “Cavalieri dell’Ordine dell’Ospedale di San Giovanni di Gerusalemme”.
Come si vede, si tratta di una lettura molto più articolata ma che rende valore al simbolo della croce dei futuri cavalieri di Malta, altrimenti sproporzionata rispetto alla frase sottostante. Ho qualche dubbio soltanto sulla F, se non significhi “febbraio”, ma non ho trovato un’altra parola (se non di nuovo “fatto” per la sola “f”) che cominciasse con “f” e finisse con “no” adatta a completare la data del 1605. Dunque, la più probabile lettura è quella proposta.
Questa sola pietra, che certamente faceva parte di qualcosa di più grande, se si osserva il contorno non rifinito sui due lati verticali, è stata inserita nella muratura dopo il terremoto del 1805, com’è avvenuto in altri casi. Essa dimostra che gli Ospitalieri erano giunti dalle nostre parti fin dai tempi più remoti, appena costituitosi. Ciò collegherebbe la chiesa benedettina di largo Vittoria agli anni intorno al mille, come si è già detto. Inoltre, il forte legame fra i Benedettini e gli Ospitalieri è ben dimostrato dalla tunica nera che entrambi indossavano. Era stata scelta dall’ordine cavalleresco simile a quella dei religiosi i quali li avevano preceduti, nel tempo, di alcuni secoli.
La storia si ricostruisce con la stessa tecnica in cui si ricompongono i cocci di un’anfora rotta: tutti i pezzi devono combaciare.

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