I leoni
stilofori di Largo Vittoria
Nei pressi di una croce
stazionaria, al centro di Largo
Vittoria vi sono due leoni di pietra, evidentemente del tipo stilofori,
ossia
portatori di colonne. Tali tipologie di sculture erano poste nel
protiro (la
zona coperta dell’ingresso) di una chiesa che ora non esiste più. Essa
cadde
durante il terremoto del 1805 e non fu ricostruita per la distruzione
totale
che subì. Si dovettero salvare solamente questi due leoni, peraltro
danneggiati, come si può notare.
Ma a che epoca essi appartengono? E come si può ricostruire
una storia attorno a essi? È una domanda che mi sono sempre posto e a
cui ora
cerco di rispondere.
In genere, questi elementi architettonici appartengono
all’epoca paleocristiana, cioè ai primi secoli del Cristianesimo e,
dunque,
alle prime costruzioni di chiese, ma anche al periodo successivo
chiamato
“romanico”, (dall’anno 1000 al 1200 circa, in Italia). Per datare i due
leoni
stilofori di Frosolone abbiamo solamente indizi che, però, hanno un
valore
interessante. Essi sono:
- i
Benedettini che sicuramente giunsero dalle
nostre parti prima dell’anno 1000;
- i
Normanni che vi giunsero durante l’anno 1000;
- i Cavalieri Ospitali che probabilmente passarono
nel nostro paese agli inizi della loro fondazione (anno 1005);
- un
riscontro con i leoni stilofori del duomo di
Modena costruito tra il 1099 e il 1106 (con interventi anche nei
decenni successivi).
Vediamo di collegare questi
fatti, iniziamo dai Benedettini.
Essi costruivano le loro chiese, spesso collegate a un monastero, fuori
del
centro abitato e in una zona con buona visuale del territorio. Se è
così, non
vi è dubbio che giunsero a Frosolone quando iniziarono a predicare la
Regola di
san Benedetto “ora et labora” dopo la morte del santo (avvenuta il 21
marzo 547
a Montecassino). Lo testimonia l’eremo di Sant’Egidio (santo
benedettino) in
montagna e un monastero poco distante andato distrutto. A Civitanova
del
Sannio, dieci chilometri da Frosolone, ci sono i resti del monastero di San
Benedetto De Jumento Albo, datato al 1002 e considerato
uno dei primi insediamenti benedettini nella zona. Dunque
è
anche probabile che nell’area di Largo Vittoria, all’epoca aperta
campagna e in
luogo da dove si poteva osservare comodamente il territorio
sottostante, ci
fosse una piccola chiesa paleocristiana (dalle modeste dimensioni dei
leoni
stilofori), seppure non abbiamo prove dell’epoca certa della sua
costruzione. Le
distruzioni nei secoli, anche a causa dei terremoti frequenti in zona,
avrebbero portato la nostra ricerca all’anno 1000, quando ci fu una
forte
crescita demografica. Allora la chiesa, dotata di protiro e di nuovi ma
simili
leoni stilofori, fu riedificata, come testimonia la datazione che si
dirà,
inglobandola nel nuovo organismo urbano (forse accostandole un
monastero,
com’era usuale per i Benedettini). I terremoti successivi, non ultimo
quello
del 1456, avrebbero ridimensionato tale struttura monastica salvando
solamente
la chiesa e i leoni. Il 1805 avrebbe fatto il resto, lasciandoci
solamente la
testimonianza dei due leoni stilofori.
Passiamo a Normanni. Essi giunsero nel sud Italia proprio
all’inizio dell’anno 1000, per proteggere i pellegrini che si recavano
al
santuario di San Michele a Monte Sant’Angelo, sul Gargano, quindi vi si
stabilirono con la contea di Ariano (Irpino) del 1022, riconosciuta
ufficialmente
dall’imperatore Enrico II di Franconia. E qui dobbiamo collegare i
primi due
fatti con i Cavalieri Ospitalieri (successivamente chiamati Cavalieri
di
Malta).
Esiste una pietra in Larghetto dell’Allegria (di essa si tratterà in
seguito) che parla degli
Ospitalieri (un ordine religioso cavalleresco): ricorda il sesto
centenario
della loro fondazione e riporta la data del 1605. Ecco, proprio sei
secoli dal
1005, quando partirono da Amalfi alla volta di Gerusalemme, prima delle
Crociate. Probabilmente significa che i Cavalieri Ospitalieri (le vesti originarie erano
quelle benedettine, ossia
con la tunica nera) vennero a Frosolone già nei primi anni
del 1000 e
qui incontrarono i Benedettini. Come li incontrarono a Gerusalemme per
proteggere loro e l’“ospitale” (o lo ”spedale”, da cui il nome
dell’ordine
[tratterò successivamente della nostra zona chiamata proprio “ru
spedale”]) per i
pellegrini che si recavano in Terra Santa, distrutto dai Musulmani. I
Normanni,
pertanto, ebbero un comportamento simile a quello degli Ospitalieri,
negli
stessi anni del 1000 (circa nel 1017). Come qualche secolo prima i
Longobardi
si erano convertiti al Cristianesimo ed erano scesi nel sud, anche i
Normanni,
convertiti al Cristianesimo da circa un secolo, erano scesi nel sud
Italia.
Un sottile filo storico collega i Longobardi, i Benedettini,
gli Ospitalieri e i Normanni. Qual è la deduzione? Che ci fosse una
chiesa a
Frosolone costruita dai Benedettini almeno a partire dall’anno 1000, ma
molto
verosimilmente, come detto, anche prima.
Ora vediamo un indizio che riguarda l’arte romanica, architettura
e scultura, quella che appartiene proprio al periodo di cui si
parla.
Le foto 1
e 2 mostrano i due leoni di Largo Vittoria. La foto 3, scovata dopo una
ricerca
di qualcosa che ricordavo dai tempi dell’università e gentilmente
concessami da
Stefano Nunziati, riguarda un lato del duomo di Modena (costruito,
come è
documentato, tra il 1099 e il 1106) dove lavorò un certo Wiligelmo.
Anche se non è certo
che fosse l’autore di queste ultime opere, è considerato il principale
scultore
del periodo romanico. Occorre guardare il particolare della criniera
dei tre
leoni: i nostri due la hanno identica a quella del duomo di Modena e
non è
facile trovare tali particolari in sculture similari e a una distanza
di circa
400 chilometri (si pensi alle strade di oltre mille anni fa). Che
significa?
Potremmo azzardare che sia stato lo stesso artista a
realizzarli o che siano stati prodotti dalla stessa scuola. Occorre
approfondire se c’entrino qualcosa i Normanni che scesero da noi
provenendo dal
nord, dalla Francia, dove lavorò il lombardo Wiligelmo. Oppure è più
interessante ritenere che le teorie del ricercatore medievista Arthur
Kingsley Porter siano veritiere: il romanico proveniva dal
mondo arabo e, dunque, salì verso nord dal sud Italia. Per ora ci
possiamo
accontentare di dare una data e un giusto valore storico-artistico a
queste due
importantissime opere del nostro paese: periodo romanico, undicesimo
(dodicesimo) secolo.