Il clima come elemento generatore della planimetria Se l’approvvigionamento idrico è una plausibile ipotesi, il rapporto con il clima e specificamente con gli agenti atmosferici, fu un’evidente ragione che generò la struttura urbana di Frosolone. Le strade sono strette non soltanto per evitare dispersione di spazio disponibile, ma anche per difendersi dal rigore invernale. Il vento, che soffia più forte dalla montagna, incontra maggiore resistenza al suo fluire se non può infilarsi nelle tante strade parallele, giacché incide trasversalmente, perdendo potenza sugli spigoli urbani. Lo stesso discorso per il vento freddo che proviene dal nord. Difatti le strade sono orientate non direttamente da ovest a est e da nord a sud, ma in maniera intermedia. La strada più ventosa è Vico Eolo (da cui il nome), ma in essa si creano le condizioni locali nella differenza di pressione dell’aria che genera le correnti. In quel caso è come se si lasciasse la finestra aperta su un lato di una casa e la porta aperta sull’altro.La planimetria di Frosolone consente anche di difendersi dalla pioggia. I cornicioni sui due lati dei vicoli, difatti, formano una sufficiente copertura anche per chi non abbia, al momento, protezione. E lo stesso dicasi per la neve che, almeno nelle nevicate non abbondanti, non cade lungo i bordi delle case. Inoltre, le pendenze delle strade sono tutte ben curate sotto questo aspetto. Per esempio, quelle troppo lunghe, come Vico Catalano, sono convesse, in modo da smaltire la pioggia su entrambi i lati. Sono pochissimi i casi in cui esse appaiano pianeggianti: solamente qualche corto vicolo e Via Tevere che, forse per la sua vecchia funzione, doveva avere un lento scorrere di un torrente. Bisogna aggiungere la presenza di numerosi portici (se ne contano 22 tra pubblici e privati) sotto cui ripararsi in caso di forti acquazzoni, o soltanto per fare una sosta. La nebbia è ostacolata nella sua espansione per la presenza dei numerosi isolati, molto più ampi rispetto agli stretti spazi urbani. In tale maniera essa raggiunge solamente le poche piazze, lasciando quasi del tutto liberi i vicoli e le strade. Resta da esaminare il sole. In zona di montagna i suoi caldi raggi sono preziosi e ciò non poteva essere dimenticato da chi progettò il sistema urbano. I vicoli, in genere paralleli e orientati alla stessa maniera, godono del sole tutta la mattina. Si scaldano prima le pareti delle case su un lato, quindi il selciato e dopo le pareti sull’altro lato. Nel pomeriggio avviene qualcosa di simile per le strade “primarie”. In esse il sole resta anche di più per la loro maggiore larghezza, in modo da illuminarle fino al tramonto. Non si deve dimenticare, difatti, che l’energia elettrica è una conquista del diciannovesimo secolo, mentre qui parliamo di un millennio addietro. Nel disegno planimetrico sono indicati i quattro punti cardinali, le frecce delle pendenze nelle stradee il sole nella sua parabola giornaliera. Va notato che i vicoli scaricano la pioggia verso le strade principali e il sole, in inverno, è maggiormente presente nelle ore pomeridiane. In tale stagione tramonta secondo la precisa direzione delle strade primarie della città, illuminandole fino all’ultimo raggio. Lo scarico della pioggia verso l’esterno del centro storico avviene generalmente tramite le porte della città, tuttavia esistono anche passaggi sotto le case. Si tratterà in seguito della situazione alla fine di Via Tevere che, oggi, appare diversa da come doveva essere in origine. Corso Garibaldi visto da ovest al mattino, quando il sole illumina i vicoli trasversali. Corso Garibaldi
visto da ovest nel pomeriggio, quando il sole invade la strada.
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