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Appunti
al libro di Giuseppe Saverio Poli sul
terremoto del 1805
Chiedo perdono a quel
galantuomo di
Giuseppe Saverio Poli, stimabilissimo “Comandante
della R. Accademia membro Militare, Britannico della Societa’R.
di Londra , e Socio di varie Accademie.” Persona buona e
gentile, oltre che
umile ma, per amore della verità, occorre criticare ciò che non sia
condivisibile.
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Ho letto il libro di Poli lo scorso
anno
e tanti episodi da lui narrati li ho dimenticati, anche per la
inconsistenza
della logica a loro sostegno. Ne citerò alcuni che ho mandato a
memoria. Metto
tra parentesi quadre, come queste [], i miei commenti critici. Tra i
tanti
sensazionalismi, egli scrive:
-
il fiume Trigno di Boiano
[ignorando che a Boiano c’è
il Biferno, pare strano che sia un refuso] era diventato, dopo il 26
luglio 1805,
nero e puzzava di zolfo, molti serpenti vi galleggiavano [forse
intendeva
torpido? i serpenti erano rami di alberi? e lo zolfo quando mai si è
visto da
queste parti? confonde il terremoto con le eruzioni];
- una torre di Campobasso, a causa
del terremoto, era
diventata a pianta ovale da rotonda che era prima [per diventare ovale
in
pianta una costruzione si deve allargare in un senso, ma ciò comporta
che esca
dalla base fondale e, dunque, si sarebbe ribaltata se non fosse caduta
prima
per distacco dei muri portanti tra loro; pertanto tecnicamente la
notizia è incredibile];
- il territorio aveva delle fenditure
che correvano, da
Campobasso, in direzione di Frosolone e da lontano si vedevano alte
fiamme
sulla montagna di Frosolone [come ha fatto a vedere la direzione di
queste
fenditure, non potevano curvare a un certo punto? in linea
d'aria ci sono dieci o venti
chilometri di territorio tra Campobasso e Frosolone e il Poli nemmeno
aveva
visitato i luoghi, come dice egli stesso;
inoltre le fiamme, certamente piuttosto basse,
che lui indica come
fuoriuscenti dalla terra potevano essere incendi normali di case con
tetti di
legno a causa di camini con tizzoni accesi per cucinare, per esempio;
anche
questa informazione non è precisa];
- a Sepino un tizio che abitava
accanto alla chiesa si
ritrovò, a una distanza misurata in piedi corrispondenti a circa trenta
metri,
catapultato dalla stanza da letto fin sotto l’altare maggiore [una
barzelletta];
- altrove un tizio fu sbalzato dal
letto, invece, fin
sopra i rami di un albero [altra barzelletta, le spinte orizzontali del
terremoto non sono a sbalzi ma a onde ripetute, quindi se un corpo, non
solo
umano, è spostato in una direzione, poi è risucchiato nella direzione
opposta].
Non procedo per non infierire, ma
ognuno
può verificare sul libro (scaricabile tramite il link indicato in una
pagina precedente).
Allora che attendibilità può avere il rapporto di Poli su morti e
feriti di
Frosolone? Dice che il nostro paese fu “adeguato al suolo quasi per
intero” con
“Anime 4000, morti 1000,
feriti 46” a pag.125 e “distrutto per intero”
(pag.128). A pagina 122 dice: “Il
pubblico potrà esser sicuro della sua autenticità,
essendo cotal ruolo quell’istesso che è stato presentato a S.M. e che
mi è
stato gentilmente comunicato da S.E. il Signor Duca d’Ascoli
Soprantendente Generale
della Polizia col permesso di poterlo pubblicare.” Cioè i
dati sono stati
consegnati, da un responsabile della polizia, a Sua Maestà e anche a
Poli.
Come si fa a credere a esatti 4000
abitanti prima del terremoto, a esatti 1000 morti e a specifici
soltanto 46
feriti? Mi appare evidente che ci siano superficialità di ogni genere,
come
vedremo nelle pagine che seguono.
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