Approfondimenti
sui leoni
stilofori di Largo Vittoria
Torno sui leoni stilofori del
nostro paese per fornire altri
approfondimenti sul caso: uno di natura tecnica e l’altro di tipo
storico.
Il primo riguarda l’accostamento figurativo tra la criniera
dei leoni di Largo Vittoria e quella dei leoni del duomo di Modena (sul
lato
della chiesa, la cosiddetta Porta Regia). Come si vedono i particolari
dalle foto n.1-2-3 soprattutto, ci sono similitudini che io
chiamerei identicità.
Nella moltitudine dei leoni
stilofori del medioevo non ho
trovato mai tanta corrispondenza, troppo spesso le criniere sono
disegnate e
scolpite in maniera differente. Qui, invece, vediamo solamente una
lunghezza
diversa dei riccioli, dovuta alla dimensione altrettanto diversa delle
due
sculture messe a confronto (i leoni di Largo Vittoria sono circa la
metà di quelli di Modena).
Resta uguale il modo di finire il singolo ricciolo, con una delicata
voluta verso l'alto e
con scanalature di numero uniforme (foto n.2 e foto n.3 relative ai due
lati del leone di
sinistra). Bisogna pure dire che il leone di destra non ha un numero
uguale di
scanalature per ricciolo (foto n.4), visibilmente scolpite da una mano
diversa,
addirittura incerta sul retro del leone, dove vediamo anche
bocciardature sulla
pietra fatte di recente da qualche sciagurato. Se Wiligelmo non è
passato per Frosolone
o qualcuno della sua scuola, (come gli scultori maestri
campionesi, i quali operarono nella pianura Padana e a Modena appena
dopo Wiligelmo, così chiamati perché provenivano da Campione d'Italia),
sicuramente i leoni sono opere
realizzate nello stesso periodo. Ma
vediamo che dice un famoso storico del medioevo.
Qui siamo al secondo approfondimento sul caso.
Arthur
Kingsley Porter, vissuto tra il 1883 e il 1933, fu uno studioso
medievista, soprattutto
dell’arte romanica, e le sue conclusioni sono state valutate
”rivoluzionarie”
per la capacità euristica di trovare soluzioni alle problematiche
storiche. Bisogna
riportare, prima di tutto, un fatto avvenuto verso la fine dell’anno
1000,
precisamente nel 1098. Boemondo d’Altavilla, (detto anche Boemondo
d’Antiochia), Principe di Taranto, nato in Calabria, fu uno dei comandanti di un contingente
normanno nella prima crociata. Egli ottenne una grande vittoria contro
Kerbogna,
conquistando definitivamente Antiochia.
La conquista
di una città o di un castello raffigurata con bassorilievi nella Porta
dei
Leoni, sulla chiesa di San Nicola a Bari, dovrebbe ricordare proprio
quell’avvenimento, così come nel Portale della Pescheria, sul lato del
duomo di
Modena, si ricorda, con la stessa tecnica, Re Artù e i Cavalieri della
Tavola
Rotonda.
Arthur Kingsley Porter, nel suo
scritto “Bari, Modena
and St-Gilles” sostiene l’influenza artistica di Bari su
Modena. Cioè le nuove forme architettoniche e scultoree introdotte a
Modena, con
l’architetto Lanfranco e lo scultore Wiligelmo nel 1099 (San Nicola fu
iniziata
dodici anni prima, nel 1087), furono una rivoluzione nello stile
lombardo ma
derivarono dalla basilica di San Nicola a Bari. Se è così, è facile
dimostrare
che Frosolone e i suoi due leoni facessero parte di quel tragitto
artistico e
culturale, oltre che fisico, che portava dal sud al nord
dell'Italia. Questo studioso statunitense considerava,
nelle sue spiegazioni sulle opere romaniche, la storia politica e
sociale dei
luoghi. Ed è ciò che andrebbe sempre fatto per chiarire quanto di
nebuloso sul
passato ci appare oggi.