Qualche altro vicolo particolare del
centro storico
Una
conferma del ragionamento appena fatto riguardante via Tevere ci viene
dalla osservazione di vico Catalano, l’ultimo che vi scarica la pioggia
in ordine planimetrico.
Forse nulla si noterebbe, se non fosse per quanto appena detto. Difatti
la conformazione del suo livello di strada è “
a sella”, cioè è
più alto al centro del percorso e più basso a inizio e fine. Significa
che fa scorrere le acque in maniera simmetrica: metà verso via Tevere e
il resto verso corso Garibaldi. Il motivo era esattamente per non
ingrossare la portata sulla prima strada. Viceversa corso Garibaldi non
riceve molti scarichi, perché tutti i vicoli che da esso partono,
escluso vico Catalano per una sua metà, sono inclinati sui versanti
esterni.
Pochi passi prima, scendendo lungo il corso e sulla destra, troviamo
quello che è definito il vicolo più stretto del centro storico.
Esso non ha nome, largo appena settanta centimetri e lungo una decina
di metri, era abitato da una sola famiglia. In fondo finisce con un
piccolo cortile dove si aprono alcune porte e finestre. Attualmente è
disabitato. Resta soltanto la curiosità della sua minima ampiezza.
Per la verità si dovevano trovano altri vicoli di queste modeste
dimensioni, a giudicare da alcuni spazi visibilmente un tempo pubblici
e ora diventati chiusi e privati. Significa che il tessuto di una volta
era molto più denso di come lo vediamo oggi e il numero degli abitanti,
così corposo nei secoli passati, era giustificato anche dalle modeste
abitazioni in cui i residenti vivevano.
Altri due vicoli meritano di essere citati per la forma del loro
percorso. Si tratta di due strade adiacenti e sulla sinistra della
chiesa di Santa Maria, appena s’incontra entrando, da ovest, nel centro
storico.
Il primo alla sinistra della strada (via Colozza) si chiama vico
Speranzella, seppure non esista una tabella indicativa. Esso è l’unico
del centro storico che presenta un percorso a S molto stretta. Di
conseguenza anche gli edifici laterali sono con pareti tondeggianti per
formare lo spazio suddetto. La larghezza, inoltre, è fra le minori che
si possono osservare, e raggiunge appena il metro in alcuni punti.
L’altra strada, vico Veneria, è invece interessante perché forma una
doppia curva omogenea durante tutto il proprio sviluppo, tanto che
dall’inizio non si vede la fine. Possiamo dire che è anch’esso a S, ma
con curvatura ben più ampia rispetto al caso precedente e più
percepibile per chi vi passa.