Fu scavato
sotto la precedente pavimentazione della strada Tale scavo interessò tutta la zona dell’ingresso, partendo da alcuni metri prima della porta, lungo via Roma, e fino al secondo arco che si affaccia sul “mercato”. Naturalmente anche il secondo arco, quello più esterno, fu oggetto di un ampliamento corrispondente, come dimostrano le pietre più in basso. Esse non solo sono più precise e, dunque, prodotte da una tecnologia diversa, ma mostrano gli spigoli vivi. Le pietre più in alto di cinque filari, invece, hanno gli spigoli arrotondati, come avviene sempre per l’azione deleteria del tempo: vento, acqua, neve e ghiaccio, ma anche il sole, consumano lentamente i materiali, come si è detto altre volte. Dopo tutto questo ragionamento è difficile stabilire fino a quando la porta, intesa come funzione di apertura e chiusura del centro abitato, sia stata mantenuta. È ipotizzabile che, dopo il terremoto del 1805 e poi con l’unità d’Italia, sia venuta meno la necessità di sentirsi protetti, nonostante il brigantaggio. Ma di questo fenomeno non dirò una sola parola, poiché ritengo che la sua storia sia da riscrivere, come spesso accade. Né è compito di questa ricerca raccontare oltre ciò che riguarda l’urbanistica del centro antico di Frosolone. Infine mi preme riferire di un altro particolare che si nota sull’esterno dell’attuale porta Santa Maria. Si tratta di un muro costruito a riempire l’angolo con una casa. Sarebbe il modo, usato anche in qualche altro caso, di evitare che ci fossero le cattive abitudini di urinare all’aperto, contro una parete nascosta. Oggi si può dire che i locali pubblici sono dotati, per legge, di servizi igienici e i comportamenti suddetti esistono solamente in casi eccezionali. Sarebbe giusto, dunque, demolire quel muro e ridare aria e visibilità all’arco della porta Santa Maria, come merita. Un simile intervento di restauro può essere eseguito con poca spesa, bastano poche ore di lavoro, e subito, perché lo spazio occupato è pubblico. |
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