La planimetria
della chiesa e gli spazi urbani
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all'indice generale degli argomenti sull'ambiente.Se si osserva la zona in cui sorge la chiesa di Santa Maria, s’intuisce che la planimetria dell’edificio fu inserita in uno spazio a essa non programmato. Ossia, era stato organizzato prima il quartiere e in seguito, nel 1531 come recita la lapide dietro l’altare maggiore, si eresse il tempio quale oggi lo vediamo almeno per la sua planimetria. Si deduce questo esaminando le strade che sono di contorno alla chiesa. Lungo via Colozza, sul fronte nord, la parete laterale di Santa Maria ha mantenuto il parallelismo con l’edifico di fronte. Tuttavia questo edificio fu ricostruito dopo il terremoto del 1805, con modifiche alla sagoma originaria. Esso, difatti, si affaccia pure sui due vicoli laterali e non conserva l’allineamento delle relative pareti delle strade. Furono resi retti i suoi due angoli di testata, come si può osservare sul posto ponendosi ai limiti dei rispettivi vicoli. Non solo. Lo stesso fabbricato, nella ricostruzione, fu spostato indietro di circa un metro come dimostrava una casa che continuava la linea dell’ex municipio, demolita negli anni settanta del secolo scorso. Tutto ciò vuol dire che, anche su questo lato, la chiesa fu realizzata considerando soltanto i propri quattro angoli retti. Probabilmente neppure su via Colozza, prima, c’era il parallelismo con le case di fronte. Un altro indizio è la pianta del campanile che fu costruita circa settanta centimetri più indietro, proprio dove c’era, sul lato opposto, la casa demolita di cui si è detto. Evidentemente l’ingresso verso la piazza sarebbe stato, diversamente, troppo angusto. Ma anche su via Verdi e via Roma la planimetria della chiesa di Santa Maria ebbe problemi di inserimento. È del tutto evidente che le suddette due strade hanno, ancora oggi, un altro allineamento urbano mentre la forma dell’edificio sacro ha creato spazi incoerenti, se messi a confronto con la precisione del disegno della città. In particolare, alla fine di via Verdi, la chiesa, con la sua parete sud che incide trasversalmente sulla strada, forma uno stretto passaggio. Infine occorre rilevare che nemmeno su piazza Municipio esiste un fronte della chiesa parallelo alle case. Nessuno potrebbe dire che queste ultime siano tate costruite dopo di essa. Semmai si sono allargati gli spazi per dare respiro a un ingresso piuttosto importante, specie dopo la realizzazione di una scalinata doppia esterna. Lo si deduce dalla presenza di un interrato privato su un angolo della piaz-za. Esso s’infila sotto l’area urbana ed è logico pensare che, un tempo, vi fosse anche un piano superiore (con un portico?) poi demolito, proprio per creare la piazza. Questa notazione, significa che, un tempo, i due vicoli formavano un’unica strada individuata da edifici laterali, anche dove ora c’è la chiesa. Siccome questa fu finita nel 1531, bisogna ritenere che la situazione planimetrica si fosse cambiata dopo il terremoto del 1456. Ciò è evidente anche nei due vicoli successivi, che dovevano continuare nello spazio dove ora è piazza, sulla destra nella planimetria. Cioè, pure questi casi potevano essere come la successiva strada Mario Pagano che continua, sul lato opposto del corso centrale, con vico Raffaello. |
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