La lingua osca Le assonanze con i dialetti di oggiPartiamo dalla iscrizione sulla pietra osca di Molise, qui trascritta da destra a sinistra e a caratteri latini, con la successiva traduzione in italiano: bn. betitis. bn. meddíss.
prúffed Due sono le parole che si vogliono analizzare, ossia il nome Betitis e il verbo al passato remoto pruffed.
Un'altra parola, prelevata dal libro Il Sannio e i Sanniti
di E. T. Salmon, merita di essere esaminata e si tratta dell'osco mbratur
(imperatore). I verbi al passato remoto dell'osco terminavano spesso
con la doppia t.
Ugualmente nei dialetti delle zone montane molisane e non soltanto.
Come nel verbo magnatt
(mangiò), venett
(venne), vedett
(vide). Un verbo appare in una iscrizione presente sulla mensa dell'altare dedicato ad Apollo di Teanum Sidicinum (la odierna Teano, in Campania). Si riporta la scritta in osco, come sempre resa secondo il nostro modo di leggere da destra a sinistra, e quindi la traduzione in italiano: ...tríbuf : plífríks :
appelluneí : brateís : datas : dunat Si nota l'esatto modi di dire, alla terza persona del passato remoto nell'attuale dialetto di Frosolone, di donare: dunàt = donò. A tale proposito è opportuno aggiungere un altro verbo che tuttora è usato e che non trova il corrispondente in italiano: addunàt. Esso significa si accorse, ossia donò a sé stesso (ad-dunàt) la percezione di un fatto. Fust, in osco significa egli sarà, è tuttora usato nel dialetto di Frosolone con significato variato come tempo del verbo. Difatti vuol dire tu fosti. Un'altra
parola derivata dall'osco è la seguente (il primo termine è nel
dialetto di Frosolone, il secondo è osco, tra parentesi il significato
in italiano): Infine
bisogna anche ricordare il carattere delle genti che attualmente
abitano le zone di montagna in cui esistono i resti delle mura dei
Sanniti. Questo popolo, tuttora, ha un comportamento simile a quello
degli antichi progenitori che amavano il teatro e la rappresentazione
scenica. Ne sono prova le commedie popolari e le farse, di origine
osca, che a Roma furono per lungo tempo recitate fin dagli inizi del IV
secolo avanti Cristo. L'eredità fatta di ironia e sarcasmo, oltre che
di battute di spirito, è facile verificarla ancora nei piccoli centri
abitati del Molise. |
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