A che serve e come farla
Prima di iniziare una campagna di scavi archeologici è necessario
sapere dove e che cosa cercare nel sottosuolo. Non è sufficiente,
difatti, conoscere i luoghi, ciò che appare in superficie e la volontà
di trovare altro non ancora alla luce del sole. Ci vuole un progetto,
una relazione e una domanda alla Soprintendenza per i
Beni Archeologici della zona dove ricade l'area da indagare. E per
fare ciò è già necessaria una prima autorizzazione. Soprattutto se si
vogliono portare avanti dei saggi di scavo nel terreno.
Una volta
era necessario perché non ancora esistevano strumenti d'indagine capaci
di leggere, senza distruggere nulla, ciò che il terreno nasconde, fino
a parecchie decine di metri di profondità. Non è il caso
dell'archeologia per cui occorre sapere anche a pochi metri che cosa
può esserci. E la lettura delle sequenze degli strati sottoterra si
chiama proprio indagine stratigrafica.
Lo scavo, perciò, nel rispetto della successione cronologica degli
strati di terreno, consente di scoprire e di documentare i materiali
che vi sono deposti. Questo serve a collocarli nel tempo secondo una
precisa cronologia relativa. Sarà poi compito di successive
analisi ottenere datazioni assolute.
Oltre
allo scavo, però, è possibile usare attrezzature scientifiche che sono
in grado di descrivere, anche mediante appositi software,
ciò altrimenti si saprebbe soltanto con fotografie e disegni.
La resistività del terreno
Tutti
i materiali hanno una determinata conducibilità elettrica, ossia si
oppongono al passaggio di corrente elettrica diversamente l'uno
dall'altro. Gli strumenti che misurano tutto ciò, trasportabili sul
posto perché non ingombranti e dotati di un accumulatore come fonte di
energia, sono in grado di misurare questa resistività alle varie
profondità. In tale maniera si ottiene, elaborando i dati in modo da
renderli grafici, una sezione identica a quella che si sarebbe ottenuto
con uno scavo. Un disegno che facilmente potrà essere analizzato per
individuare i differenti materiali presenti nel sottosuolo e, perciò,
capace di mostrare se ci siano o meno reperti archeologici, a che
profondità, di che tipo e di quale grandezza.
L'indagine
stratigrafica è interessante per poter inziare una campagna di scavi
senza dover impegnare denaro in saggi che nessuno può sapere quanto
utili ai fini delle azioni successive. E il tempo che si risparmia
è notevole se si pensa che, in pochi giorni, si possono individuare le
sequenze degli strati nel terreno laddove, mediante uno scavo, ci
vorrebbero settimane, se non mesi.
Quando si è in possesso di
questa indagine, da allegare alla domanda di concessione alla
Soprintendenza, si è già a un buon punto per organizzarsi. Occorre
soltanto cercare il direttore scientifico e attendere l'autorizzazione,
come si è spiegato in altre pagine di questa sezione.